DOMENICA VI PASQUA - A di Padre Michele Iorio - Sia lodato Gesù Cristo!. Il servo di Dio Guido di Fontgalland - nato a Parigi il 30 novembre 1913 e morto il 24 gennaio 1925 a soli 11 anni - morto come un santo con il sorriso sulle labbra e con l’invocazione “Gesù ti amo!”, una volta stava adagiato con la testa sul petto della mamma dormendo. Ad un certo punto si svegliò, alzò la testolina e guardando la mamma disse: “O mamma, com’è stato buono il Signore a portarsi in Cielo la Madonna anche col corpo; così, quando sarò lassù, io potrò stringermi a Lei e posare la mia testa sul suo cuore come io faccio con te!”.
Cari fratelli e sorelle, come ben sappiamo, il nostro destino, il destino comune di tutti i cristiani, di tutti i salvati, è la gloria e la gioia per l’eternità, sia per l’anima (cosa che avviene subito dopo la morte) e sia per il corpo (che avverrà con la resurrezione alla fine dei tempi). S. Pietro nella Seconda Lettura di oggi, scrivendo ai primi cristiani, dice: “Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi (= la speranza della vita eterna)”.
Ma la B. Vergine Maria ha meritato il privilegio dell’Assunzione al Cielo subito dopo la morte non solo con l’anima ma anche col il corpo. E la Madonna, per la volontà divina, ha avuto questo anticipo di gloria anche per il suo corpo perché Ella era ed è Immacolata Concezione, cioè senza la macchia del peccato originale, e perché Ella è stata ed è in tutta la sua vita “piena di grazia”, perché Lei è stata ed è Madre di Dio.
La Madonna è vissuta sempre nella santa Volontà di Dio, è vissuta crescendo di giorno in giorno e di istante in istante in questo amore di Dio, nella fede, nella speranza e in tutte le altre virtù; di modo che, poi, è passata da questa terra al Cielo in un’estasi di amore. Preghiamo la Madonna affinché anche noi possiamo fare la sua stessa vita e poi la sua stessa morte, come diciamo nell’Ave Maria: Prega per noi adesso - in questo momento sostienici, aiutaci, Mamma nostra - e poi in modo particolare in quell’ora estrema, perché è un’ora tutta speciale, è l’ora del nostro addio alla terra: “Prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte amen!”.
La Madonna è stata così glorificata in Cielo perché ha amato tanto, potremmo dire infinitamente, con tutto il suo cuore, con tutta la sua mente, con tutte le sue forze; ha amato il Signore Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo: di Dio Padre diletta Figlio, di Dio Figlio diletta Madre, di Dio Spirito Santo diletta Sposa.
La Madonna dunque è stata così glorificata in Cielo, ha un posto così alto, anzi unico, in Paradiso, perché più di tutte le altre creature, più che tutti i Santi messi insieme ha amato il Signore e ha amato i suoi fratelli; cioè, secondo l’espressione di Gesù, ha “adempiuto la Legge e i Profeti”, ha compiuto perfettamente la Volontà di Dio, ha osservato perfettamente i Comandamenti del Signore.
E questo è l’unica “cosa necessaria” anche per tutti noi se vogliamo, come dobbiamo, andare in Paradiso; se vogliamo, come dobbiamo, santificarci. Ce lo ha detto chiaramente Nostro Signore Gesù Cristo anche nel brano evangelico di oggi che abbiamo appena ascoltato: “Se mi amate, osservate i miei Comandamenti. Se osservate i miei Comandamenti, mi amate”.
La prova dunque che amiamo il Signore è proprio il fatto che noi osserviamo con fede e con amore i suoi santi Comandamenti, che noi compiamo la sua santa Volontà, sempre, dappertutto, in qualunque circostanza. E per compiere questi santi Comandamenti di Dio, per fare la sua santa Volontà, siamo disposti anche a fare i sacrifici, e grandi sacrifici. Siamo disposti anche, per esempio, a perdere il posto; siamo disposti anche ad essere derisi, beffeggiati, ad essere messi da parte. Dovremmo essere disposti, addirittura, a dare il nostro sangue, com’è successo per tanti, cioè a morire martiri per Nostro Signor Gesù Cristo, per il suo Vangelo, per la sua santa Legge. Nella Seconda Lettura di oggi S. Pietro dice: “E’ meglio soffrire operando il bene che facendo il male”.
Cari fratelli e sorelle, viviamo sempre di queste realtà! Viviamo concretamente giorno per giorno nella santa Volontà di Dio, nel suo santo amore! E ci sarà anche per noi un grande premio, una grande gloria nel Regno dei Cieli, com’è stato per la Madonna e per tutti i santi e i salvati!
Ma come faremo a vivere l’amore di Dio, come faremo a osservare i suoi santi Comandamenti? Da dove dobbiamo attingere la forza?
Potremmo indicare tanti mezzi che il Signore ha messo a nostra disposizione, ma dobbiamo ricordarci soprattutto di una cosa, e cioè che il Paradiso, al quale noi aneliamo, Dio Santissima Trinità verso il quale noi tendiamo, con il quale vogliamo fare comunione beata e perfetta nell’eternità … questo Paradiso e questo Dio Santissima Trinità non è chissà quanto lontano, sperduto nell’universo, tra le galassie, o tra le stelle. Certo, è anche là, perché il catechismo ci assicura che “Dio è in Cielo in terra e in ogni luogo”; ma poi lo stesso catechismo aggiunge qualche altra cosa. Ed è questa cosa che io vorrei sottolineare. Dio Santissima Trinità - e dove c’è Dio, c’è il Paradiso - è … sapete dove?! … Nell’anima del giusto! Nell’anima del santo! Nell’anima di chi vive in Grazia di Dio! Di chi vive nella santa amicizia con il Signore. Pensate veramente che grande tesoro abbiamo noi! … Qualche santo, che ci pensava un po’ di più a questa realtà, gli girava la testa, per così dire, dalla grande estasi, dal grande amore, dalla grande passione che provava. Una di queste sante e di questi santi è stata la Suor Elisabetta della Trinità, una giovane carmelitana morta a soli 26 anni il 19 novembre 1906, la quale spesso si rivolgeva a Quelli che lei chiamava “i miei tre ospiti divini (= le tre Persone della Trinità)”. Ecco il mezzo dei mezzi, l’inabitazione della Trinità nell’anima in Grazia! Vivere 24 su 24 di questa realtà! E avremo tutta la luce e la forza necessarie!
Sapete, questa non è una fantasia o una favola, ma è la pura sacrosanta verità! Lo avete sentito voi stessi poco fa nel santo Vangelo: “Io e il Padre vi manderemo un altro Consolatore, lo Spirito Santo il quale rimane con voi e sarà in voi”. Lo Spirito Santo veramente è dentro di noi! Nella Prima Lettura di oggi si parla di Pietro e Giovanni che “scesero e pregarono per loro (i Samaritani) perché ricevessero lo Spirito Santo”. E poi ancora Nostro Signore Gesù Cristo ha continuato e ha detto: “Se qualcuno osserva la mia parola, il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui, Io e il Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola; Io sono nel Padre e il Padre è in me, come voi siete in me e Io sono in voi”. Pensate: nelle nostre vene c’è la vita divina, quella stessa vita divina che circola tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo!
Prima noi parlavamo della grandezza della Madonna, parlavamo della sua santità, parlavamo della sua vita che è stata tutto uno splendore. Mi sapete dire da dove lei ha attinto questo splendore? Da dove ha attinto questa santità se non dal suo cuore, dalla sua anima, perennemente e stupendamente in Grazia?! … C’è un canto religioso del complesso Gen Verde intitolato “Vivere dentro “, il quale parla proprio della Madonna e dice più o meno così: “O Maria, tu che sai di quest’arte - cioè, l’arte di vivere dentro, intimamente, nell’anima, ancorati a Dio - insegnala sempre anche a noi ogni giorno!”. Ed è questa, fratelli e sorelle, la preghiera conclusiva che noi vogliamo fare, rivolgendoci in questo mese di maggio a colei che è la Mamma di Gesù ed è la Mamma nostra, a colei che è stata assunta al Cielo in anima e corpo: “O Maria, fa’ che noi possiamo vivere come te sempre nell’amore di Dio, sempre nell’osservanza dei suoi santi Comandamenti, sempre in questo Paradiso interiore dove siamo noi con il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, dove il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo è con noi, nell’ attesa di poter godere e avere l’altro Paradiso, quello della vita eterna verso il quale siamo incamminati!”. Amen!
Sia lodato Gesù Cristo!
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