SANTISSIMA TRINITA’-B di Padre Michele Iorio - Voltaire, che pure è stato un capo della scuola anticristiana del diciottesimo secolo, non mancava ogni tanto di affermare delle cose giuste. Una volta un tale, per fare il saputello, gli disse: “Ma io non credo a certe verità della fede, perché esse sono contrarie alla ragione e incomprensibili”. E Voltaire rispose: “E allora, sai dirmi perché e come mai i gamberi, che sono grigi, una volta cotti, diventano rossi?!”. Quel tale ammutolì, e Voltaire concluse: “Dunque, puoi ben accettare quello che insegna la fede e la religione”, cioè che ci sono delle verità superiori alla ragione. Ecco che dunque anche Voltaire talvolta insegnava bene ma non sempre purtroppo applicava a se stesso quelle stesse affermazioni.
Cari fedeli, scusate se prendo lo spunto proprio da questo aneddoto per riflettere un poco, insieme a voi, sul “mistero” in generale, che entra a far parte necessariamente della nostra fede cristiana. E oggi celebriamo uno dei due ministeri principali in cui crediamo: Unità e Trinità di Dio. Il secondo mistero è: Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Anche nel linguaggio comune noi nominiamo molto spesso la parola “mistero”, anche se magari non sempre in senso preciso: “Ma questo è un mistero!”. Mistero vuol dire comunemente una verità incomprensibile. Però, per quanto riguarda i misteri cristiani, si tratta di una verità incomprensibile ma rivelata da Dio.
Il mistero di oggi, la Trinità, è dunque una verità rivelata da Dio, da Nostro Signore Gesù Cristo? Certamente! Infatti, le Letture, appena ascoltate, riportano alcuni passi della Bibbia da dove è possibile ricavare questa verità fondamentale insegnataci dalla Chiesa Una Santa Cattolica e Apostolica. Ma, oltre a questi brani, ce ne sono ancora tanti altri; per rendervene conto, potrete leggere personalmente soprattutto il Nuovo Testamento.
Gesù ha sempre parlato del Padre Celeste, e ha sempre fatto intendere in maniera chiara che egli stesso era ed è il Figlio di questo Padre, in tutto uguale a lui. Anzi, come sappiamo, proprio per questa sua affermazione Gesù fu messo in croce, perché gli dissero “Tu bestemmi!”, e invece era la pura sacrosanta verità!
Gesù, inoltre, ha sempre parlato anche dello Spirito Santo, specialmente verso la fine della sua vita e missione. E disse agli apostoli: “Attendetelo, io ve lo manderò! Mandato da me e dal Padre, scenderà su di voi e vi guiderà alla verità tutta intera”.
E infine ci sono almeno due passi del santo Vangelo in cui vengono nominati insieme, o sono presenti insieme le tre persone divine. Un passo è quello ascoltato nel Vangelo di oggi: “Andate in tutto il mondo, predicate e battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Queste tre persone, Padre Figlio e Spirito Santo, sono messe da Gesù sullo stesso piano, non ci sono tra loro disuguaglianze: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
È poi c’è l’altro passo, di quando Gesù andò al Giordano per farsi battezzare: lo Spirito Santo scese su di lui sotto forma di colomba, i cieli si aprirono e si udì la voce del Padre che disse: “Questi è il mio Figlio diletto, in cui mi sono compiaciuto”. Ecco la presenza e l’opera delle tre Persone Divine.
Questa verità l’hanno appresa gli apostoli, l’hanno conservata e l’hanno tramandata. Basta leggere le lettere degli apostoli, di San Paolo per esempio, dove tante volte vengono nominati anche insieme il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Il saluto che il sacerdote dà all’inizio della S. Messa è preso proprio da una lettera di San Paolo: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amor di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”. Questa verità - ripeto - ci è stata insegnata, tramandata, e noi la conserviamo. È dunque una verità divinamente rivelata, anche se incomprensibile alla ragione umana, e perciò diciamo che è un mistero.
Ma, di fronte ai misteri della fede, non dobbiamo arricciare il naso, non dobbiamo scrollare le spalle, non dobbiamo fare i superman, perché allora dimostreremmo semplicemente di essere meno che uomini, degli imbecilli. Lo dico per quanti rifiutano questi misteri solo perché non riescono a comprenderli.
Infatti, cari fratelli, anche nell’ordine naturale, noi siamo avvolti nel mistero dappertutto, più che dall’aria che ci circonda. Che cosa sappiamo noi della nostra vita, che cosa comprendiamo?! … Veramente un segmento piccolissimo, se ben ci riflettiamo. Anche Socrate diceva: “Una cosa sola so: che niente so”. E Blaise Pascal affermò: “L’ultima affermazione che la ragione può fare è che ci sono una infinità di cose che immensamente la superano”. Nella nostra vita di uomini, il mistero “cacciato dalla porta - per così dire - entra dalla finestra”.
Dovunque è mistero. Cioè, ci sono tante cose incomprensibili. Per esempio, nel mondo fisico, noi vediamo certamente come procede la natura: gli esseri che vivono, che esistono, che nascono, che si sviluppano. Ma, che ne sappiamo noi, per esempio, perché, gettato quel seme, cresce sempre quella pianta e non ne cresce un’altra, e quella pianta fa le foglie sempre allo stesso modo. Perché, che ne sappiamo noi?! Non è forse un mistero?! Cioè, incomprensibile?! … E si potrebbero portare tantissimi altri esempi. Forse che noi sappiamo spiegare che cos’è l’elettricità, o la forza di gravità? Noi notiamo queste cose, noi le usiamo anche dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, ma non sappiamo in fondo che cosa sono veramente. Sono cose superiori alla nostra ragione.
E anche nel campo matematico, se pure non sono molto esperto, ma chi è matematico tra voi può darmi ragione. Anche nel campo matematico ci sono i misteri, che vengono chiamati “paradossi”. Per esempio, nella “teoria degli insiemi”, si dice che “il tutto non è maggiore della parte”: l’insieme di tutti i numeri non è superiore all’insieme dei numeri pari. Sembrerebbe assurda questa cosa, eppure si insegna così, ed è la verità. O ancora un altro enunciato: il punto è parte della retta ed è insieme anche il termine di essa. E cose simili.
Ma il mistero è presente anche nella nostra vita quotidiana. Noi usiamo sempre le parole “spazio, tempo”: “questa cosa quando è avvenuta, dove è avvenuta?”. Senza spazio e senza tempo quasi non riusciamo a formulare i nostri concetti, non riusciamo ad andare avanti nei ragionamenti, eppure noi non sappiamo che cosa sia realmente lo spazio e il tempo. I filosofi, che se lo chiedono in maniera un poco più approfondita, alla fine non si trovano assolutamente d’accordo tra di loro. Che cos’è lo spazio e che cos’è il tempo; che cos’è l’essere e che cos’è il divenire: c’è l’essere o il divenire?! … Sapete, i filosofi si sono veramente accapigliati su questi concetti che poi noi usiamo continuamente. Possiamo ben dire che sono dei misteri, almeno dei misteri naturali, sul piano naturale.
Da qui possiamo passare ai misteri nel campo soprannaturale, quelli che noi crediamo e professiamo.
Il mistero - vogliamo ribadire - è superiore alla ragione, ma non è contrario alla ragione. Mistero significa incomprensibile, non significa impossibile, o assurdo. Mistero è incomprensibile, cioè superiore alla ragione, ma non assurdo ossia contrario alla ragione. Sarebbe assurdo se io affermassi che due più due fa cinque, o che un triangolo è circolare. Questo è assurdo, perché il predicato negherebbe il soggetto e sarebbe contro il principio di non-contraddizione. Mentre il mistero è semplicemente incomprensibile ma non è assurdo. Questo vale anche per quanto riguarda i misteri della nostra fede cristiana e cattolica.
Per esempio, appunto il mistero di oggi: Dio è uno e trino. Io non dico che “uno è uguale a tre”. Se affermassi questo, sarebbe un assurdo. Io invece affermo l’Unità di Dio per quanto riguarda la natura; dunque, l’Unità è un attributo della natura. Invece, poi, affermo il tre, la Trinità, per quanto riguarda le persone. Un solo Dio in tre persone, uguali e distinte.
Quindi, perlomeno riusciamo a capire che non c’è contraddizione, e quindi non è un assurdo. E’ soltanto superiore alla nostra capacità di comprendere, è superiore alla nostra ragione. Ma è ragionevole dire che ci sono delle cose che superano la nostra ragione. Sarebbe irragionevole affermare il contrario, perché sarebbe come dire che la ragione è la misura del tutto. E poi, quale ragione: la tua o quella del tuo amico? Quella che hai oggi da bambino o quella che avrai domani da grande? La ragione non è stabile: certe cose che ieri non comprendevi oggi le comprendi; certe cose che io non capisco un altro, che magari ha una ragione più acuta o più istruita o più esercitata, le capisce. Voglio dire: la ragione non può essere assolutamente il principio di misura del tutto, di modo che ciò che entra in essa viene accettato e ciò che la supera viene rifiutato. L’importante è che non si affermi l’assurdo, perché l’assurdo non sarà mai possibile, né qui né in cielo né nel mare, né per me e neanche per Dio. Neanche Dio può fare l’assurdo. Ora, il dogma dell’Unità e Trinità di Dio non è assolutamente un assurdo.
Ecco il significato vero e preciso della parola e del concetto di mistero. E quindi possiamo applicarlo, cari fratelli e sorelle, anche a quanto oggi celebriamo e festeggiamo: il mistero di Dio Santissima Trinità.
Il mistero sarà incomprensibile - sapete -, cioè superiore alla ragione anche lassù in Paradiso. Lassù, in Paradiso, certi misteri scompariranno, cioè certe cose che noi oggi non riusciamo a capire là le comprenderemo; ma altre cose saranno sempre superiori, sempre incomprensibili, perché è per loro natura. Non potremo mai e poi mai capire perfettamente Dio; soltanto Dio comprende se stesso; anzi, ecco forse una spiegazione per la quale Dio non è solo, una sola persona, ma sono tre, perché solo il Padre conosce il Figlio, e solo il Figlio conosce il Padre: non ha affermato proprio questo Nostro Signore Gesù Cristo?! …
Cari fratelli e sorelle, mi rendo conto che forse ho fatto una disquisizione un pochino astratta, e inoltre non perfetta, forse non alla portata di tutti, ma certamente almeno talvolta nella vita, è importante cercare di fare “il punto della situazione”. Noi cristiani e cattolici abbiamo i piedi per terra e la testa sul collo; non crediamo alle favole e non viviamo sulle nuvole. Crediamo ciò che Gesù Cristo ci ha rivelato con la sua autorità di Figlio di Dio e che ci ha dimostrato con tante prove, anche se - ripeto - talvolta si tratta di verità superiori alla nostra ragione.
Quanto detto fin qui, sarebbe veramente soltanto la prima parte del discorso, e anche incompleta … Ci sarebbe poi una seconda parte, tutta da parlare, da scoprire, da approfondire. Perché, il Signore Gesù non è stato un filosofo che ha voluto semplicemente insegnarci delle verità superiori e inaudite solo per aumentare la nostra conoscenza, assolutamente no. Egli, Figlio di Dio, si è fatto uomo per comunicarci la vita di Dio. Quindi, la seconda parte del mio discorso, applicato alla Santissima Trinità, mistero che oggi celebriamo, sarebbe questa: Noi siamo chiamati ad entrare, dobbiamo entrare nel mondo di Dio: “Dio, fammi entrare nel tuo mondo: c’è permesso? posso entrare?!... - E Lui: “Ma certo, accomodati! Io proprio questo voglio. Per questo ti ho creato, per questo ti ho redento, per questo ti aspetto!”.
Entrare nel mondo di Dio, Uno solo sì ma in Tre Persone. Quindi, noi siamo chiamati ad avere una relazione personale, un rapporto di amore con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo. Santa Elisabetta della Trinità li chiamava “I miei tre Ospiti Divini: li ho in me, nel cielo della mia anima”. Soltanto chi già quaggiù, durante il pellegrinaggio terreno, cerca di entrare in comunione con Dio, nel mondo di questi Tre, potrà accedere un giorno al Paradiso, alla vita eterna, dove la comunione con la famiglia di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo sarà perfetta, e sarà la gioia senza fine! Così sia per tutti noi! Amen!
Sia lodato Gesù Cristo
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