Fra Joseph Pio ci ha inviato questo interessante articolo che riflette l'uso, a volte sbagliato, dei nuovi mezzi di comunicazione sociale. Condividetelo!!!

Nel secondo libro dei Re (11,20) leggiamo che "tutto il popolo del paese fu in festa; la città resto tranquilla". Vorrei iniziare questa breva riflessione sulla modernità liquida per indicare al lettore una chiave per penetrare i mezzi di comunicazione sociale. Si legge quindi che la festa nel paese va di pari passo con la tranquillità della città. Il nostro mondo ovviamente non riesce a mettere insieme festa e tranquillità. Quando i giovani hanno in mente di fare festa, non è mica per tranquillizzarsi! E cosi possiamo dire del fast-web, cioè della corsa del pensiero di un'immagine all'atra, d'un tchat all'altro, di un'amicizia all'altra, quasi che l'oggettivo è di riempire il tempo di molteplici pensieri in un minimo di tempo. Due presupposti di questo atteggiamento: la falsa credenza che il tempo, "non c'é", "corre"; e la auspicata tranquillità che si ricerca attraverso il molto vedere, pensare e parlare.

Tutto fa credere che l'incontrare, il parlare, sono diventate attività di fretta, che si devono sbrigare senza il minimo buon senso. Cui si rivela la modernità liquida, nel fatto che il pensiero non riesce più a fermarsi. Le parole scorrono, vuote di senso, di importanza, tanto vero che si è parlato del grande appiattimento introdotto dal web.

Affinché la città rimanesse in tranquillità occorre festa, e chi dice "festa" nel racconto intende gridi di gioia, esultanza per l'alleanza stretta o per la vittoria, giubilo di fronte al'Altro in una visione comunitaria: è sempre un' popolo intero che insieme celebra e fa festa. Chiediamoci dunque: le nostre ore passate su Internet sono ore di gioia, di festa, di incontro? Oppure ci accontentiamo di navigare, di cliccare, di like? Le nostre applicazione, nostri siti preferiti sono momenti di riposo, di tranquillità, di discussione semplice? Oppure cerchiamo il fenomenale, l'impressionante, le profezie? Dedichiamo tempo per le altri, come si fa i giorni di festa nella comunità? Oppure vogliamo appagare nostri desideri intimistici e mondani?

Ripensare al nostro uso di Internet, a mio avviso, corrisponde a ripensare tout court, la dove il flusso continuo di notizie impedisce alla mente di godere d'una tranquillità, d'una pace, d'una gioia interiore. Attenti a non fare di Internet l'oggetto dei nostri desideri, la dove ci dovrebbe essere la condivisione dei pensieri; di non snaturare questo mezzo di comunicazione, in mezzo di auto-determinazione. Insomma, si tratta di usare la testa, da uomini e donne.

Pace e bene.

Fra Joseph Pio

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