Sia lodato Gesù Cristo!

Tanti artisti hanno riprodotto la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, scena che ci è assai familiare anche perché la contempliamo nel quarto mistero gaudioso del Rosario e nel primo Dolore della cosiddetta Corona dell’Addolorata o anche Via Matris. Inoltre, il suo ricordo ritorna nella preghiera serale di Compieta alla recita del “Nunc dimittis”, il cantico pronunciato dal vecchio Simeone in quella occasione.

Questa festa liturgica ebbe origine in Oriente con il nome di “Ipapante”, cioè “Incontro”. Nel secolo VI poi si estese all’Occidente con sviluppi originali: a Roma con carattere più penitenziale, e in Gallia con la solenne benedizione e processione delle candele (da ciò il nome popolare di “Candelora”). Essa chiude le celebrazioni natalizie (in tanti posti si conserva fino ad oggi il presepe) e apre il cammino verso la Pasqua.

La S. Famiglia di Nazareth volle assoggettarsi a questo obbligo religioso di Israele che prescriveva la presentazione al Tempio del figlio primogenito, e che nel caso di Gesù assunse un significato e un valore particolari.
Fino ad ora Gesù è stato custodito nel silenzio di Betlemme da Maria e Giuseppe, prima nella grotta della natività e poi evidentemente in qualche casetta. Quella di oggi, dunque, è la sua prima uscita pubblica. Gesù Messia, bambino di soli quaranta giorni, incontra Simeone e Anna, ma in loro incontra il popolo eletto di Israele e più in generale tutta l’umanità che egli viene a salvare, come spiegano bene le parole che il sacerdote pronuncia all’inizio del rito odierno: ”… il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria”.
Ecco dunque il primo significato importante di questo mistero: Gesù Salvatore va incontro ad ogni uomo bisognoso di salvezza, e contemporaneamente ogni uomo è invitato ad andare incontro a lui (incontro che si realizza specialmente nella Chiesa e nei Sacramenti) per prepararsi in tal modo all’incontro eterno del Cielo.

Ma questo incontro salvifico avviene nel dono sacrificale della vita. Gesù dirà: “Non c’è amore più grande di questo che dare la vita per i propri amici … nessuno mi toglie la vita ma io la offro quando voglio … Per loro io consacro me stesso”.
In realtà, Gesù è l’“offerta secondo giustizia” (I Lettura), il vero agnello immolato per “espiare i peccati del mondo” (II Lettura), e che sostituisce e supera tutti i sacrifici antichi che venivano offerti quotidianamente in quello stesso Tempio di Gerusalemme. Lo è fin dal primo istante della sua concezione, da Betlemme al Calvario, dalla nascita alla morte. Gesù nasce, vive e muore in qualità di vittima. Quella di oggi è, in un certo senso, la prima dichiarazione o manifestazione pubblica di quella offerta sacrificale fatta già nel grembo di Maria fin dal momento della sua concezione. La Preghiera sulle offerte della Messa odierna dice: “Accogli, o Padre, i nostri doni e guarda la tua Chiesa, che per tuo volere ti offre con gioia il sacrificio del tuo unico Figlio, Agnello senza macchia per la vita del mondo”.

Nell’episodio della Presentazione, come già detto, si congiungono il Natale e la Pasqua. C’è la gioia perché finalmente è arrivato il Salvatore atteso da secoli, ma c’è il dolore perché egli realizzerà la salvezza attraverso il sacrificio di sé come lascia intuire la profezia di Simeone: “Egli sarà segno di contraddizione … e anche a te, donna, una spada trapasserà l’anima”. Ecco, oggi al Tempio, Gesù è presentato, consacrato e offerto quale unica vittima prescelta e gradita. E l’offerta avviene per le mani di Maria Corredentrice, come sarà un giorno realmente anche sul Calvario.

La Presentazione al Tempio potrebbe essere paragonata al momento della presentazione del pane e del vino durante la Messa. In quello stesso posto, ossia sul monte Moria dove poi sarà costruito il Tempio di Gerusalemme, secoli addietro, il padre Abramo si era disposto a sacrificare il suo unico figlio Isacco poi sostituito da un agnello impigliato con le corna in un cespuglio. Adesso si comincia a realizzare quella figura antica: il Padre Celeste, rappresentato in terra dalla Madre Vergine, non risparmia il suo Figlio Unigenito vero Agnello di Dio, ma lo dona per tutti noi.

La morte sulla croce non sarà che l’ultima conseguenza e la realizzazione piena di questa sua offerta al Tempio. Ricordiamo le parole della Lettera agli Ebrei 10,8-10: “Dopo aver detto: Non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo ordine di cose per stabilire il secondo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre”.. E difatti, la croce comincia subito a proiettare la sua ombra sulla vita di Gesù e di Maria negli avvenimenti della fuga in Egitto con la conseguente strage degli Innocenti, e poi accompagnerà sempre il cammino terreno di Gesù e di Maria.

L’episodio della Presentazione, inoltre, vuole insegnarci che anche noi cristiani dobbiamo offrici a Dio per la salvezza del mondo; così infatti preghiamo nella Colletta della Messa: “ … concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello spirito” (naturalmente, come per Gesù, anche per noi la presentazione è finalizzata all’offerta sacrificale).

Certo, dobbiamo imitare Simeone e Anna nell’accogliere e nell’annunciare Gesù; ma dobbiamo imitare soprattutto Giuseppe e Maria nell’unirci a Gesù per offrirci come lui e con lui. Nel Canone III della Messa (ma anche negli altri Canoni si ripete lo stesso concetto) il sacerdote prega: “… Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito …”. L’offerta sacrificale dà comprensione e valore alla vita di Gesù e anche alla vita di quelli che gli appartengono, tra i quali al primo posto stanno Maria e Giuseppe.

Perciò Gesù dirà senza mezzi termini: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso e prenda la sua croce ogni giorno …”. Anche S. Paolo esorterà i primi fedeli: “Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, spirituale, santo e gradito a Dio”. Questo discorso vale in generale per tutti i cristiani che sono consacrati a Dio per mezzo del Battesimo (è allora che si entra per la prima volta ufficialmente nella Chiesa che è il nuovo Tempio di Dio), e vale specialmente per i religiosi che sono consacrati a Dio anche con la Professione dei Voti: ecco perché si celebra proprio oggi anche la Giornata della Vita Consacrata.

Ma allora, che c’entrano le luci e le candele che occupano tanta parte della Liturgia di oggi? Quella candela tra le mani è il segno di Gesù “luce per illuminare le genti” che noi abbiamo accolto tra le braccia un po’ come Simeone, ma è anche il segno di ciascuno di noi cristiani. Per la fede nel Signore Gesù e per l’amore a lui, attingendo da lui, anche noi diventiamo vera luce del mondo – come disse Gesù stesso agli Apostoli. Perciò la candela accesa viene consegnata il giorno del Battesimo come pure nel giorno della Vestizione Religiosa.

Ma, volendo continuare questa immagine, non dobbiamo dimenticare che una candela – e così un cristiano e un religioso – danno luce e calore solo nella misura in cui consumano se stessi in “sacrificio di soave odore”. Ecco che allora, noi dobbiamo vivere la vita come Gesù Redentore e Maria Corredentrice in una continua offerta d’amore per la salvezza dell’umanità. S. Paolo diceva: ”Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Gesù a beneficio del suo corpo che è la Chiesa”. Solo così potremo anche giungere un giorno “alla luce che non ha fine … alla pienezza della tua gloria.

Padre Michele Iorio

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