Sia lodato Gesù Cristo! È Pasqua! Cristo Signore è risorto! Rallegriamoci ed esultiamo, alleluia! È proprio per questa grande festività, e per pregare, per cantare, per esprimere tutta la gioia, che voi, noi, quest’oggi, cari fratelli e sorelle, siamo venuti così numerosi in chiesa attorno all’altare del Signore!
Ma ci crediamo con tutte le forze, con tutta la vita, che Cristo è veramente risorto, così come ci credeva al San Pietro - e lo abbiamo ascoltato nella Prima Lettura - quando cominciò a predicare, e così come ci credevano gli altri apostoli che, per questa Risurrezione di Gesù, furono poi disposti a dare tutto il loro sangue, per amore del divin Maestro?! … Sì, Cristo Signore è veramente risorto!
A tal proposito, si legge nella vita del Santo Curato d’Ars questo piccolo episodio. Una volta andò da lui un uomo che gli chiese: “Reverendo, ma lei ci crede che Cristo è risorto?”. - “Certo che ci credo, certissimamente!”. - “Ma ne è proprio così sicuro?”. - “Sicurissimo, più di ogni altra cosa!”. - “Più sicuro che oggi è domenica e domani lunedì?”. - “Oh, tanto di più!”. - “Più sicuro ancora che questa sera il sole tramonterà e domani risorgerà?”. - “Oh, ancora e tanto di più, perché oggi è domenica e domani potrebbe non venire lunedì; stasera il sole tramonterà e domani potrebbe non sorgere più; ma non potrebbe mai essere che una parola pronunciata da Nostro Signore non si sia realizzata!”. -“ E quale parola, reverendo?”. - “Questa, per esempio: dopo tre giorni risorgerò!”. Quell’uomo se ne andò via, commosso e molto più convinto della Risurrezione di Nostro Signore.
Io mi augurerei che anche noi, rientrando oggi alle nostre case, ce ne tornassimo molto più convinti della realtà della Risurrezione di Gesù e anche di ciò che questa realtà significa per noi e per la nostra vita cristiana.
Gesù Cristo è veramente risorto, come egli aveva predetto più volte. Diceva, per esempio: “Ve lo dico ora, affinché poi crediate, ricordandovi che io già ve lo avevo preannunziato”. Ma si vede che non bastarono le ripetute promesse di Nostro Signore, perché gli apostoli in realtà, dopo la sua morte, non credettero subito alla sua Risurrezione. Dicono i santi che, durante il Sabato Santo, soltanto la Madonna conservò intatta la fede, tutta la fede in Gesù, nella sua divinità, e nella Risurrezione certa che sarebbe venuta all’alba del terzo giorno. Tutti gli apostoli, chi più chi meno, “tagliarono la corda” nel momento Passione-Morte, e vacillarono nella loro fede. Giuda lo tradì e San Pietro disse per tre volte che quel Gesù non lo aveva visto neanche per sbaglio. Anche nel Vangelo di oggi abbiamo sentito di Maria Maddalena, che pure aveva seguito fedelmente il Maestro fin sotto la croce, eppure … eppure quella mattina andò al sepolcro, pensando di trovare un morto. E vedendo il sepolcro vuoto, mica pensò alla Resurrezione?! … Disse: hanno rubato il corpo di Gesù! E con questa angoscia e sofferenza corse subito ad avvertire San Pietro e San Giovanni, dicendo: Guardate, purtroppo il Maestro non c’è più nel sepolcro, l’hanno portato via e non sappiamo dove lo hanno messo, chissà! E anche Pietro e Giovanni corsero al sepolcro per verificare di persona, mentre, se avessero creduto, avrebbero subito potuto rispondere: “Ma sai, è risorto, ce l’aveva predetto che sarebbe risorto!”. Invece no: andarono, corsero e videro, e solo poi credettero e si ricordarono delle parole dette da Gesù.
E poi Gesù Risorto apparve più volte agli apostoli, e a tanti altri. Non si trattava di persone credulone, senza cervello; al contrario era gente con i piedi per terra. E Gesù disse: “Vedete, toccatemi, sono proprio io! Avete qualcosa da mangiare?”. Insomma, tante prove per far comprendere che era proprio Lui. E Gesù Cristo tante volte li rimproverò: “Non volete proprio credere? Perché siete così duri?! …”. Ai discepoli di Emmaus disse: “Ma non doveva essere così? Che il Cristo patisse, morisse per poi risorgere?! …”. Non ne parliamo poi di San Tommaso, il quale non volle credere fin quando non mise le dita e la mano nelle sue ferite e nella piaga del costato.
Insomma, gli apostoli furono duri prima di credere. Ma poi credettero con tutte le forze, e su quella verità della Resurrezione fondarono tutta la loro vita. Non ebbero più timore né dei Giudei, né dai Romani e né di tutto il mondo; e “non ebbero più peli sulla lingua” nella loro predicazione.
Vedete, cari fratelli, quando la Risurrezione di Gesù entra profondamente nella mente e nel cuore di un cristiano, poi tutta la vita viene trasformata.
Ripeto: vorrei che anche noi ce ne ritornassimo da questa celebrazione con una più forte convinzione che Gesù Cristo è veramente risorto e che per la sua Risurrezione noi siamo finalmente liberi, salvati dal peccato, e ci sono state riaperte le porte del Paradiso, se lo vogliamo e se corrispondiamo alla Grazia di Dio. La nostra fede cristiana e cattolica non si basa su un uomo che ha patito ed è morto. Tanti uomini lungo i secoli hanno patito e sono morti in croce, come Gesù: anche lì sul Calvario, insieme a Gesù, c’era il buono e il cattivo ladrone. Ma unicamente Gesù Cristo è risorto, è risorto con la sua potenza, con la sua onnipotenza, ed è risorto dalla morte dopo che aveva risuscitato gli altri - per esempio il figlio della vedova di Naim, e soprattutto Lazzaro di Betania, addirittura dopo quattro giorni che era morto. Dopo che aveva risuscitato gli altri, Gesù risuscitò se stesso; come aveva predetto, dopo tre giorni ritornò alla vita, se pure ad una vita diversa da quella di prima.
Ripeto: la nostra fede si fonda proprio su Gesù risorto, tanto che San Paolo dice: “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede e noi saremo ancora nei nostri peccati!”.
D’accordo - dirà qualcuno -, Gesù è risorto; ma che c’entro io, che ho da fare io? Che cosa importa a me questa verità, questo fatto? Beh, importa molto, e per tanti versi. Se Gesù è risorto, tutto quello che Egli ha detto è vero, non è menzogna. La Risurrezione è la prova, la prova maggiore della verità del Vangelo e della verità di quello che egli ha fatto. Se Gesù è risorto, egli è Dio, è Figlio di Dio fatto un uomo, così come disse anche dinanzi a quelli che lo accusavano, e per queste sue affermazioni fu condannato a morte.
Ecco, noi crediamo in Gesù e in tutto quello che egli ha affermato, ci crediamo con tutte le forze. Quindi, respingiamo tanti dubbi che certe volte ci vengono, specialmente nei momenti di sconforto o di prova o di sofferenza, quando si dice e si pensa: “Ma chissà se poi … se veramente c’è Dio che tutto ha creato, che pensa a me, che mi vuole bene … ma chissà se c’è veramente una vita eterna, il Paradiso per quelli che fanno il bene e che amano, e l’Inferno per quelli che fanno il male e che odiano … chissà chissà!...”. E allora che fede è la nostra? Una fede di ricotta e ancora di meno! No, fratelli, Gesù Cristo è risorto, è il Figlio di Dio, e così ha dimostrato che tutto quanto ha detto è vero. Dobbiamo crederci! Se no, siamo come gli apostoli prima di … Ecco, purtroppo, tanti cristiani si trovano proprio a questo livello: credono ma, credono se, credono a condizione che … credono in certe circostanze, credano quando … No, io credo e basta, con tutte le mie forze! La fede dei martiri!
Ecco, questa è una prima conseguenza che deriva dalla Resurrezione di Nostro Signore.
C’è poi una seconda conseguenza ugualmente importante, ricordataci oggi da San Paolo: “Se Cristo è risorto, anche voi dovete vivere da risorti. Pensate alle cose del cielo, non a quelle della terra; cercate le cose di lassù che durano per sempre. Mentre queste della terra crollano tutte, anche le più belle, anche le più grandi. Pensate alle cose del cielo!”. Di ventiquattro ore è formata la nostra giornata, di sette giorni la settimana, e così di trenta giorni più o meno il mese, di trecentosessantacinque giorni l’anno. Orbene, di tutti questi giorni e ore quanto tempo dedichiamo alle cose del cielo? Non faccio domande sciocche o retoriche. Infatti, molti dicono: “Non ho tempo per pregare al mattino e alla sera. Forse alla sera un po’ di più, ma sono stanco e alla fine mi addormento. Al mattino, poi, devo correre a scuola o al lavoro, e non ho tempo neanche di farmi il segno della croce”. E allora la giornata e le ore cominciano a passare, senza pensare e senza cercare le cose del cielo. Poi c’è la settimana: “Mah, veramente ho faticato tanto, è giusto che la domenica dorma di più, mi conceda un po’ di svago, faccia qualcosa di diverso”, e dunque talvolta salta facilmente anche la Santa Messa. E poi durante l’anno, magari nemmeno a Pasqua o solo a Pasqua pensiamo un po’ a Dio, all’anima e all’eternità. Vedete, in realtà, quanto poco cerchiamo e pensiamo alle cose del cielo? In questo modo, possiamo dire di vivere da risorti?! … Non da risorti ma da morti e sepolti viviamo! Noi siamo sempre al Venerdì Santo e al Sabato santo, chiusi nel sepolcro, e per di più in putrefazione, non come per Nostro Signore. No, fratelli e sorelle: Cercate e pensate alle cose di lassù! La vita eterna è certa, e noi siamo incamminati verso di essa, non siamo fatti per le cose di questa terra, ve lo ripeto, e vorrei gridarlo con tutto il fiato che ho in gola. Dobbiamo crederci profondissimamente!
Ed ora, per concludere, un altro piccolissimo episodio. Una bambina di cinque anni chiede alla mamma: “Posso dormire con te questa notte?”. - “Sì, bambina mia!”. La bambina porta anche un libro che la mamma comincia a leggerle per farla addormentare. Ma, ad un certo punto la bambina la guarda fissamente e: “Mamma, che cos’è la vita?”. Quelle domande dei bambini che ti lasciano interdetti. - ““Beh, la vita è … il momento, i momenti che passano da quando si nasce a quando si muore!”. Dopo un po’ la bambina: “Mamma, e la morte cos’è?”. - “Beh, la morte è quando finisce la vita, quando non si è più su questa terra!”. - “Non si è più su questa terra?! … E come succede? Forse come quando d’inverno cadono le foglie e gli alberi seccano?”. - “Sì, figlia mia, più o meno così!”. Dopo un altro poco: “Ma, mamma, poi sugli alberi con la primavera ritornano le foglie: è anche così per l’uomo? C’è un’altra vita? Continua la vita dopo la morte?!”. - “Ma no, figlia, queste cose succedono solo per le piante, mentre per l’uomo tutto finisce con la morte”. - “Mamma, anche le donne, anche i bambini, muoiono e poi finisce tutto?”. - “Sì, figlia mia, ma ora non continuare a farmi queste domande, pensa a dormire”. - “Va bene, mamma, io dormo, ma quello che tu dici è impossibile, io non ci credo che possa finire tutto!”.
Io l’ho letto questo episodio, e non penso che sia stato del tutto inventato, per lo meno è verosimile, perché certe volte i bambini ragionano meglio dei grandi. È impossibile che tutto si risolva quaggiù sulla terra, perché se così fosse, questo tutto è niente e non serve a niente. In realtà c’è una vita eterna, e Gesù Cristo risorto ci attesta proprio una tale verità. La vita eterna beata in Paradiso è per quanti credono in lui, e per quanti per lui spendono la vita, e per quanti lo amano con tutto il cuore, e per quanti amano i loro fratelli, e per quanti sanno perdonare. Per questi ci sarà la Risurrezione e la vita eterna, non solo per la loro anima, ma, come sappiamo, alla fine dei tempi, la vita e la Risurrezione anche per il corpo, per tutto l’uomo, per tutti i salvati. Chi è stato fedele sarà per sempre con Dio, nella gioia, nel trionfo, e parteciperà alla gloria eterna di Cristo vincitore del peccato e della morte. E così sia per noi! A tutti l’augurio di una santa Pasqua così!
Sia lodato Gesù Cristo!
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