Sia lodato Gesù Cristo!
Talvolta nei giornali di cruciverba c’è una vignetta dove viene
rappresentato qualcosa, a prima vista indecifrabile e complicato, e
sotto c’è la scritta “trovare il personaggio nascosto”.


Cari fratelli e sorelle, quasi quasi vorrei applicare questo esempio
alla parabola del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, al racconto
che poi è storia, storia ultima, storia vera, storia drammatica,
storia gloriosa, storia che riguarda l’umanità in generale e ciascuno
di noi in particolare. Abbiamo sentito come avverrà l’ultimo giudizio,
quale sarà l’ultimo esame che tutti dovremo sostenere, quali saranno
le materie di interrogazione e le domande che ci verranno poste. E
alla fine la sentenza inappellabile che non ammette repliche, di
fronte alla quale non si può fare più nulla perché ormai il tempo è
finito: “E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece
alla vita eterna”. Ma qual è il motivo di questa diversità di
sentenza? Perché i giusti hanno saputo - vorrei dire - trovare la
soluzione della vignetta del cruciverba, ossia trovare, amare,
riconoscere e servire il “personaggio nascosto”, in questo caso un
personaggio eccezionale, unico, divino, appunto nostro Signore Gesù
Cristo. Mentre gli altri, i cattivi, i malvagi non hanno saputo fare
quest’operazione, sono passati accanto a nostro Signore senza né
scoprirlo, né riconoscerlo, né amarlo, né servirlo, né aiutarlo.


C’è un bel canto religioso dal titolo “Se Cristo bussa alla tua
porta”, che sviluppa più o meno questo stesso concetto: “Se Cristo
bussa alla tua porta, lo riconoscerai?! …”. Cristo si nasconderà nelle
situazioni più impensabili e nei panni della gente più inopportuna, o
più povera, più pezzente, o più bisognosa e il cantautore continua a
ripetere: “Se Cristo bussa alla tua porta, lo riconoscerai?! … Ma come
fai, se tu non apri mai?!”. E c’è anche una bella poesia, mi sembra di
Raoul Follereau, l’apostolo dei lebbrosi, intitolata mi sembra “Se
Cristo tornasse oggi”. E immagina che Cristo appunto torna, in una
grande metropoli dell’America, ma ugualmente, pur bussando di qua e di
là, non viene accolto da nessuno ma al contrario rifiutato. Talvolta
anche la gente semplice, ragionando sulla cattiveria del mondo
conclude: “Certamente che anche oggi, se Cristo tornasse, di nuovo lo
metteremmo in croce!”.


Carissimi, io sottopongo questi pensieri alla mia e vostra riflessione
per richiamarci alle responsabilità che abbiamo, e per correggerci e
migliorarci fin quando siamo ancora in tempo, visto che per noi non è
giunto ancora quell’ultimo giudizio e quell’ultimo esame. L’odierna
festa di Cristo Re, a conclusione dell’Anno Liturgico, è
particolarmente opportuna per una simile riflessione.


Dicevo: le responsabilità, specialmente quelle di noi cristiani.
Queste cose noi le sappiamo molto bene; sono state dette, ripetute;
continuamente le leggiamo nel Vangelo, nei libri spirituali, nelle
vite e negli scritti dei santi, eppure tante volte noi per primi non
le pratichiamo.


Allora: è importantissimo scoprire e riconoscere il personaggio
nascosto, nostro Signore Gesù Cristo.
Qualche volta, pensando ai bei tempi in cui il Figlio di Dio fatto
uomo percorreva le strade della Palestina e parlava con la gente, e lo
si poteva ascoltare, toccare, stare con lui, quasi quasi moriamo di
nostalgia e diciamo: “Ah, se avessi potuto anch’io vedere, ascoltare e
toccare il Signore Gesù!”. Forse, avremmo fatto come Zaccheo, che salì
su un sicomoro, su un albero, per vedere Gesù, dato che egli doveva
passare di là. E quello fu un giorno bello, un giorno eccezionale per
Zaccheo. Però, a ben rifletterci, può anche essere che la nostra
nostalgia e il nostro desiderio siano futili e sbagliati, solo
sentimentalistici e poco reali e concreti perché - torno a ripetere -
se noi non abbiamo buoni occhi interiori, se non abbiamo un cuore
puro, va finire che, invece di metterci nei panni di Zaccheo, avremmo
fatto come quegli altri che mormorarono di lui, che si allontanarono
lasciandolo solo, o avremmo fatto come Giuda che lo tradì per trenta
denari, o come gli Scribi e i Farisei ipocriti, come i Sommi Sacerdoti
che lo accusarono e lo misero a morte, o come qualcuno che se ne lavò
le mani pensando di lavarsi la coscienza. Voglio dire: il
riconoscimento o meno di Gesù, ieri come oggi, dipende sempre
dall’acutezza dello sguardo interiore e dalla purezza di cuore.


Dunque, impegniamoci in questo: ad avere una fede viva, una speranza
certa, una carità ardente, un cuore puro. Perché allora potremmo anche
non invidiare più i personaggi del tempo di Gesù, perché ci
accorgeremo che, in realtà, ogni giorno e ogni istante, noi possiamo
incontrare Cristo, noi possiamo stare con lui, noi possiamo
riconoscerlo, conoscerlo, amarlo, servirlo. Impegniamoci in ciò,
carissimi tutti.


Abitualmente noi non lo vediamo Gesù Cristo, non lo tocchiamo, non
possiamo sperimentare la sua presenza fisica, dato che egli si
nasconde, in certo senso “gioca a nascondino” con noi. E allora
bisogna scoprirlo lì dov’è nascosto.
E dov’è nascosto Gesù che è Dio insieme al Padre e allo Spirito Santo?
Un po’ dappertutto, basta avere occhi e cuore! Per esempio, anzitutto
nel creato, nell’universo. Sì, la pioggia continua a cadere e il sole
continua a sorgere: ormai è una storia vecchia, eppure è sempre nuova
e sempre bella! E ritorna la primavera, e la vita continua. Sembra
tutto normale, gli scienziati studiano, investigano, scoprono … Ma
cosa scoprono se non scoprono l’Autore delle creature, delle cose e di
tutto l’essere?! … Ora, dice San Paolo: “Tutte le cose sono state
create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16). Domandiamoci:
perché c’è qualcosa e non piuttosto il nulla?! … E perché questo
qualcosa è così, ordinato, con delle leggi, e non piuttosto confuso,
caotico, assurdo?! … Non è forse nascosto il Signore Dio nella natura
e nell’universo?! … “Ovunque il guardo giro - dice una poesia di
Pietro Metastasio - immenso Dio ti vedo!”. Ma tutto questo solo
quando c’è un occhio puro; pensate al Serafico Padre San Francesco
d’Assisi!


E poi soprattutto Gesù Figlio di Dio si nasconde nelle persone, nei
figli degli uomini, nei miei fratelli, specialmente nei più poveri e
bisognosi, si nasconde in me stesso. Siamo tutti creati a immagine e
somiglianza di Dio; qualcosa di divino brilla in noi, è acceso in ogni
uomo che nasce, che vive e che muore a questo mondo. Andando contro
l’uomo, chiunque egli sia - anche e soprattutto un bambino appena
concepito e anche un vecchio che non capisce più, e anche un
delinquente, un assassino - noi andiamo contro Dio … Gesù dice: “Ero
carcerato”; dunque si nasconde anche nei carcerati i quali se stanno
lì in carcere è perché hanno fatto qualcosa di male almeno normalmente
… Voglio semplicemente dire che si può e si deve riconoscere nostro
Signore Gesù Cristo in ogni uomo, anche nell’ultimo uomo della terra.
Non siamo noi uomini che facciamo le leggi fisiche, non siamo noi che
decidiamo quando deve sorgere il sole. E così per le leggi morali, non
siamo noi che possiamo-dobbiamo decidere, dicendo: “Questo bambino
deve nascere e quest’altro deve morire!”, perché in ogni bambino
concepito è presente nostro Signore Gesù Cristo. Bisogna solo
riconoscerlo, amarlo, servirlo, rispettarlo, e aiutarlo.


E potremmo fare ancora tanti altri esempi, carissimi. Perché Gesù
Cristo, in realtà, è vivo e presente in ogni situazione della vita.
Possiamo riconoscerlo e possiamo stare con lui, vivere a contatto con
lui nel nostro dovere quotidiano, fatto per amore e con buona volontà
dalla mattina alla sera. Allorché io figlio obbedisco a papà e a mamma
perché c’è il comandamento: “Onora il padre e la madre”, io riconosco
Cristo. Allorché io marito rispetto mia moglie e le sono fedele,
anche se con difficoltà e superando le tentazioni contrarie, io
riconosco Cristo, io dò gloria a lui. Ecco come si fa a riconoscere
Cristo, a servirlo e ad amarlo! E così per tante e tante altre
circostanze.
In conclusione, possiamo affermare che può non esserci nessun “buco
vuoto”, nessun “tempo morto” nella nostra esistenza, se abbiamo la
fede e la facciamo funzionare, se abbiamo l’amore e lo mettiamo in
pratica, perché sempre e dovunque possiamo scoprire “Gesù nascosto” e
ci possiamo incontrare con lui, e possiamo conoscerlo, amarlo e
servirlo. Gesù è presente, ma sempre in maniera nascosta, nella
Chiesa, nel Papa, nei sacerdoti, nei Sacramenti, e naturalmente,
inutile dirlo, il massimo della presenza nascosta di Gesù Cristo è nel
Santissimo Sacramento dell’Eucarestia.
Che gioia vivere così! Scoprire “Gesù nascosto” per tutto il tempo
della vita terrena, e poi un giorno vederlo faccia a faccia, così come
egli è, lassù in Paradiso. Amen!


Sia lodato Gesù Cristo!
Padre Michele

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