CORPO E SANGUE DI CRISTO - A - Sia lodato Gesù Cristo! Cari fratelli e sorelle, in questo giorno gioiosissimo e solennissimo, in cui si festeggia il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo cioè la Santissima Eucarestia, tantissimi bambini in Italia e nel mondo si accostano per la prima volta a ricevere Gesù nella Santa Comunione. A tutti questi bambini noi facciamo gli auguri più belli e più santi. A tutti questi bambini noi facciamo l’augurio che possano imitare un loro coetaneo, San Domenico Savio, il quale anche lui bambino - aveva solo sette anni (un’eccezione per quei tempi) - fece la sua Prima Santa Santissima Comunione, e attese quel giorno con l’ansia del suo cuore, e vi si preparò meglio che poté, con tutta l’anima e con tutti i sentimenti. Quel giorno si alzò molto presto, e anzitutto andò a chiedere perdono alla mamma: “Mamma, perdonami tutti i dispiaceri che ti ho dato fino a questo giorno! Perché oggi devo fare la mia Prima Comunione e voglio che l’anima mia sia pulitissima, candida, preparata, ben disposta per ricevere Gesù il mio migliore amico”. E difatti fece devotissimamente la sua Prima Comunione e alla sera di quel giorno scrisse su un quaderno tre propositi. Primo proposito: “La morte, ma non peccati!”. Secondo proposito: “Da oggi in poi i miei amici saranno Gesù e di Maria”. Terzo proposito: “Mi confesserò e mi comunicherò molto spesso”. Propositi di cielo, propositi di Santo, propositi scritti, ma soprattutto mantenuti. Propositi che hanno fatto di lui, appunto, quel Santo angelico e stupendo che si chiama Domenico Savio.
“La morte ma non peccati!”. Questo ragazzo, pur così piccolo, aveva compreso, illuminato dallo Spirito Santo, che era meglio morire piuttosto che commettere un solo peccato. Noi invece, tante volte, nella nostra grossolanità e superficialità, magari ci permettiamo anche di dire: “E va bene, in fin dei conti, un peccato in più un peccato in meno che cosa cambia?! …”. Oh, cambia molto! Perché è un’offesa in più fatta al Signore, perché è un danno enorme causato all’anima nostra, perché è uno scandalo ripetuto dato al nostro prossimo!
E poi, il secondo proposito: “I miei amici saranno Gesù e Maria”. I bambini ma anche i grandi, e tutti quanti noi, abbiamo senz’altro un amico o degli amici. Ed è ben noto il proverbio: “Chi trova un amico trova un tesoro”, ma sappiamo anche nella pratica della vita e per esperienza che è molto difficile trovare un vero amico, e molte volte colui o coloro nei quali confidavamo pensando che veramente ci volevano bene e che erano nostri amici, nel momento più bello o forse nel momento più brutto quando noi ne avevamo veramente bisogno, ci hanno abbandonato. E allora noi esclamiamo: “Ah, vatti a fidare degli amici di questo mondo!”. Ecco perché San Domenico Savio, ancora una volta, nella sua profondità spirituale, nella sua illuminazione interiore, aveva compreso che per lui i migliori amici dovevano essere Gesù, suo fratello, e Maria, sua mamma spirituale. E così deve essere per tutti i bambini che oggi fanno la loro Prima Comunione. E così deve essere anche per tutti noi, fratelli e sorelle. E quando per caso talvolta nella vita si verifica che l’amico Tizio-Caio-Sempronio-Giovanni-Pasquale-Maria si trovano in contrasto con l’amico Gesù o con l’amica Maria, la Madonna; si trovano in contrasto perché Giovanni mi dice una cosa, mentre Gesù nel Vangelo e dentro al cuore me ne dice un’altra, allora chi sarà il mio migliore amico? Chi devo stare a sentire io? Ecco la sapienza divina di un San Domenico Savio! Gesù, tu sei il mio migliore amico sempre; io dunque ascolterò te e “ti seguirò dovunque tu vada!”.
E infine il terzo proposito del nostro Santo, proposito veramente bello e fruttuoso: il proposito di confessarsi e comunicarsi molto spesso. Perché aveva compreso il Tesoro che è la Santa Confessione, la quale lava l’anima nostra da tutti i peccati. Perché aveva compreso il Tesoro che è la Santissima Eucaristia, la quale ci riempie di cielo e di Grazia, di ogni Grazia, semplicemente perché ci riempie di Gesù che è il Figlio di Dio, il Figlio dell’uomo, che è il nostro Salvatore, che è colui che per noi ha dato la sua vita sulla croce, che è colui che un giorno sarà nostro premio e nostra corona nella vita eterna. E allora, giustamente che cosa c’è o ci può essere di più bello, di più entusiasmante, di più meraviglioso, che cosa di più ricco che nutrirci spesso e bene di Lui?! …
L’Eucarestia, fratelli e sorelle, oggi la celebriamo, la festeggiamo, oggi la veneriamo e la adoriamo in un modo particolare, nella solennità di questo giorno. Però non solo oggi dobbiamo parlare dell’Eucarestia e dobbiamo nutrircene, ma dobbiamo farne il centro dei nostri cuori e della nostra vita, per tutti i giorni, in tutti gli istanti in questo lungo cammino che deve portare anche noi come gli ebrei, dalla schiavitù, dalla schiavitù del peccato, alla liberazione della terra promessa, la vera terra promessa che è il Santo Paradiso, attraverso il deserto, il cammino duro, lungo, difficile, aspro di questa vita. Gesù ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. I vostri padri nel deserto mangiarono la mamma, pane del cielo, eppure sono morti; ma chi mangia di me, di questo pane che io darò, non morirà mai, perché vivrà per l’eternità, perché vivrà di me”.
Dunque, quali potrebbero o dovrebbero essere i nostri propositi e i nostri impegni di vita quest’oggi, se veramente vogliamo far contento Gesù, se veramente vogliamo festeggiare bene questa solennità?
Per esempio, il proposito di fermarci spesso o più spesso, dinanzi a Gesù presente nei tabernacoli, nelle nostre chiese, il quale è lì sempre, giorno e notte, e attende proprio noi, per l’adorazione, per qualche visita. Quando siamo sconfortati e delusi dalle sofferenze di questa vita, quando siamo provati, quando siamo tentati, dove andiamo a bussare, a quale porta, in chi ci rifugiamo?! … Da questo o da quello, forse da tutti, e dimentichiamo magari Gesù il quale è rimasto in mezzo a noi, proprio per ripeterci continuamente: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”?! ... Andiamo più spesso da Gesù-Eucarestia, forse abbiamo la chiesa e il tabernacolo non sta troppo lontano dalle nostre case e possiamo andarlo a trovare, per dirgli tutti i sentimenti e le prove e le sofferenze del nostro cuore e della nostra vita. Dunque: la visita a Gesù Sacramentato, l’adorazione dinanzi a Lui.
E poi, secondo proposito: la partecipazione alla Santa Messa. Ahimè, c’è qualche cristiano che non va mai a Messa. C’è qualche altro cristiano che va a Messa soltanto a Natale, a Pasqua e nel giorno del Santo protettore. E poi? E poi ci si dimentica di Nostro Signore, ci si dimentica che la Messa è il sacrificio divino, ci si dimentica che proprio nella Messa si realizza questo mistero di fede e di amore che è la Santissima Eucaristia attraverso le mani e il ministero del sacerdote, quando dice: “questo è il mio corpo” e “questo è il mio sangue”. Ecco: chi non va mai o quasi mai a Messa, perché non fa oggi il proposito di parteciparvi, come è giusto, come è doveroso, come la Chiesa vuole, ogni domenica? E chi già va ogni domenica, perché non fa il proposito, se fosse possibile, di parteciparvi anche qualche altro giorno durante la settimana?
E poi, dopo la Santa Messa e insieme ad essa, pensiamo alla Santa Comunione, con la quale noi partecipiamo in mondo pieno alla Messa, al Santo sacrificio dell’altare. Anche qui, ci sono cristiani che mai o quasi mai si comunicano. Proprio l’altro giorno, un fratello mi diceva: “Sì, io sono cattolico, sono cristiano; solo che non vado mai a Messa e non faccio mai la Santa Comunione”. E di questi se ne incontrano molti e molti! Se dicessimo simili balordaggini a un Santo, chi sa che cosa ci risponderebbe! Ci risponderebbe anzitutto con la sua vita. Io penso a quello che hanno fatto i santi. Uno di questi santi, un servo di Dio, il ragazzo Aldo Marcozzi, un giorno stava poco bene, e la mamma non avrebbe voluto mandarlo a Messa. Ma lui le disse: “Mamma, e ti prendi tu la responsabilità di una comunione in meno nella mia vita?! …”. La Chiesa, nostra madre, ha compreso molto bene la ricchezza dell’Eucaristia; ha compreso molto bene che tutti noi, figli suoi, abbiamo bisogno di questo cibo per camminare bene nel sentiero della vita fino all’eternità. E oggi tutti noi siamo particolarmente fortunati rispetto ai cattolici di ieri perché la Chiesa, con l’approvazione dell’ultimo Codice di Diritto canonico, ha permesso che possiamo accostarci all’altare per ricevere la Santa Comunione anche due volte nello stesso giorno.
E allora, ecco: accostarci spesso e bene, si intende, alla Santa Comunione. Bene significa anzitutto: in Grazia di Dio. Bene significa ancora: sapere e pensare chi si va a ricevere, che si fa un’azione santa, che si fa l’azione più santa. Quando ci si accosta ad un amico, ad una persona amata, cara, per abbracciarla, per darle un bacio, non le si dà mica un bacio e la si abbraccia pensando magari a chi sa a quale altra cosa o persona?! ... Si pensa proprio e solo a lei. Si dà quel bacio con tutto il cuore e con tutto il sentimento. Ora, quando ci accostiamo a Gesù per riceverlo, che cosa pensiamo? E, dopo che lo abbiamo ricevuto, dove andiamo? Fermiamoci in ringraziamento, in adorazione con Gesù presente nell’anima nostra! Ci sono tante intimità a questo mondo, ma non c’è maggiore intimità di quella che si realizza tra l’anima e Gesù, tra Gesù e l’anima nel momento divino, nel momento paradisiaco della Santa Comunione.
Tutti questi propositi o almeno qualcuno di essi, perché non li facciamo oggi? Vogliamo veramente che la nostra vita si trasformi? Ecco, questa nostra vita che, pur essendo noi cristiani, va avanti in modo così piatto, pigro, senza volontà, così indifferente, vogliamo che si trasformi, vogliamo che anche il nostro deserto fiorisca? Ecco: accostiamoci all’Eucaristia! È lì il pane che vuol sfamarci, è lì l’acqua viva che può dissetarci e che zampilla per la vita eterna.
E dopo che ci siamo nutriti di Gesù, con la forza che ci viene dall’Eucarestia, veramente potremo osservare tutti i Santi Comandamenti del Signore,veramente potremo vivere con giustizia, con pietà, con onestà in questo mondo, e soprattutto vivere nella carità, in comunione, in unità tra di noi. Avete sentito oggi nella Seconda Lettura San Paolo come rimproverava i primi cristiani dicendo: “Noi ci nutriamo dell’Eucaristia e facciamo comunione con Gesù, ma poi non possiamo vivere in discordia, in inimicizia, in odio tra di noi. Perché, in quel caso, la nostra vita discorderebbe, sarebbe in contrasto con la Comunione che abbiamo ricevuto”. E questo è un rimprovero che vale in modo particolare proprio per chi sta più a contatto con l’Eucaristia, per noi sacerdoti-religiosi-consacrati, per voi che venite in chiesa abitualmente. Tante volte si sente dire dai nemici, da quelli di altre religioni: tra i cattolici non c’è la carità, la comunione, l’unità. E da altri che, pur cristiani e cattolici appunto, non frequentano troppo la Messa e la Comunione; essi dicono: quelli che vanno in chiesa poi si bisticciano tra di loro, non vivono in pace, si odiano, se ne dicono di cotte e di crude, di tutti i colori! Questo non è possibile, Gesù non lo vuole! Ricordate quella volta che cosa disse: “Se tu stai per presentare la tuo offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta, va prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna all’altare per offrire il tuo dono al Signore, il quale soltanto allora lo gradirà”. Non possiamo accostarci a ricevere Gesù con l’odio e con l’inimicizia nel cuore, ma non possiamo neanche accostarci a ricevere Gesù e poi dimenticare completamente che abbiamo fatto comunione con Gesù e in Gesù abbiamo fatto comunione con tutti i nostri e i suoi fratelli, e quindi uscire di chiesa e andarcene dalla Comunione e cominciare di nuovo a bisticciarci e a odiarci e a vivere nella discordia. No, un solo pane e così un solo cuore, cioè tutti quanti noi uniti a Gesù e tra di noi.
Fratelli e sorelle, siano questi i nostri propositi in questo giorno santo per far contento il Cuore di Gesù, il quale tanto ci ha amati da offrirsi per noi sulla croce, da offrirsi continuamente sui nostri altari, da offrirsi continuamente nell’Eucaristia come nostro cibo e come nostra bevanda.
Sia lodato Gesù Cristo!
Padre Michele Iorio
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