Chi è San Giuseppe e perché merita così tanto nostro onore?

Favori divini concessi a San Giuseppe, tratto dall'opera scritta dal Rev. Fr. Père Binet, SJ. 

Cap. 1 – Lo Spirito Santo ha voluto farci conoscere la genealogia del glorioso San Giuseppe in modo preciso. Dovremmo solo leggere i Vangeli di San Matteo e San Luca per conoscere tutti i suoi antenati. Di nascita è un principe della casa reale di Davide; i suoi antenati sono i patriarchi, i re di Giuda, i grandi guide del popolo Dio, il più illustre tra i figli degli uomini. Eppure la figura di questo discendente di Davide fu avvolta in oscurità, perché ha vissuto una vita povera ed umile.

Gli Evangelisti sembrerebbero dare a Giuseppe due padri; in realtà, la contraddizione è solo apparente. San Luca dice che era il figlio di Eli, il quale, tuttavia, morì senza figli; mentre San Matteo lo chiama il figlio di Giacobbe, perché, secondo diversi commentatori, Giacobbe, fratello di Eli, secondo la legge di Mosè, sposò la cognata Esta, da cui ebbe Giuseppe, il quale fu così il figlio di Giacobbe di natura, e il figlio di Eli secondo la legge.

La povertà della famiglia e il costume del paese hanno obbligato Giuseppe a imparare un mestiere. Non sappiamo esattamente se ha lavorato in legno o in ferro, dal momento che i Santi Padri sono divisi su questo punto. L’opinione generale, tuttavia, è che era un falegname. San Giustino nel suo Dialogo con Trifone, aggiunge che il Bambino Gesù fece come un piccolo apprendista di suo padre putativo, aiutandogli per fare gioghi e aratri.

È una pia convinzione di alcuni autori che San Giuseppe è stato santificato nel grembo di sua madre. Suarez non arriva a questo punto. Nondimeno dobbiamo dare ai partigiani di questa opinione l’opportunità di sostenere questa posizione con argomenti validi. Non ci può essere alcun dubbio tuttavia che questo grande santo era un vergine. San Pier Damiani lo afferma a tal punto che sembra renderlo un articolo di fede. Alcuni autori colti ritengono che da una ispirazione speciale da Dio, san Giuseppe fece il voto di verginità. Tale è la convinzione del grande cancelliere Gersone, di San Bernardino da Siena, di Suarez, e di molti altri. In ogni caso non possiamo dubitare che aveva vissuto una vita pura ed angelica quando si è unito da vincolo castissimo alla Vergine Maria, la sua unica sposa.

Un’ispirazione segreta dal cielo ha causato Maria e Giuseppe a stipulare questa alleanza, mentre adoravano nel loro cuore il consiglio impenetrabile di Dio. Maria era nel suo quindicesimo anno; invece, per il silenzio della tradizione sul argomento, l’età di Giuseppe non è conosciuto con precisione. L’opinione che era di circa ottanta anni è senza fondamento solido. Inoltre non è sostenuto dai teologi, il più stimato dei quali pensa che non era né vecchio né giovane, ma nel fiore della vita, tra trenta e quaranta. Ci sono tanti motivi a sostegno di questa opinione, la quale ora è generalmente tenuta. Poco dopo era stato celebrato con la dovuta solennità il matrimonio verginale, piacque a Dio inviare l’Arcangelo Gabriele a Maria per annunciare a lei il mistero dell’Incarnazione nonché spiegare a lei che, diventando Madre del suo Creatore, lei non dovesse cessare di essere vergine. Poiché il mistero non è stato rivelato all'istante a San Giuseppe, rimase profondamente perplesso, fino a quando l’Angelo di Dio gli apparve in un sogno, rassicurandogli e spiegandogli che il frutto di Maria è stato l’opera dello Spirito Santo.

La vita dei coniugi in questo matrimonio angelico assomigliava due stelle che si illuminano reciprocamente con i loro raggi d’oro e d’argento, senza mai venire in contatto. Più tardi, parlerò della felicità che scaturiva da questa vita santa, e con quale premura Dio arricchiva pienamente con grazie celesti questa famiglia divina. Per il momento, devo accontentarmi di mostrare come il sogno del primo Giuseppe è stato verificato nel secondo.

Il primo Giuseppe si vide in sogno, adorato dal sole, la luna e undici stelle. Solo più tardi in Egitto ha compreso il significato di questa visione, quando il suo padre, la sua madre, e suoi fratelli, prostrati ai suoi piedi, lo adoravano come il salvatore della terra. Il figlio del patriarca Giacobbe, tuttavia, era solo un tipo, destinato a migliorare lo splendore dell’altro Giuseppe, il quale Dio fece così grande, il quale Gesù Cristo, il vero Figlio di giustizia onora come suo padre, il quale la Madonna, chiamata nel Cantico dei cantici, bella come la luna, venera come suo signore e sposo, il quale gli Angeli e Santi, le stelle del cielo, venerano come padre putativo e guida di quel Dio-Bambino, il cui servi si stimano felicemente essere.

La data della morte di san Giuseppe è incerta; sappiamo soltanto che ha avuto luogo prima della Passione del Nostro Signore Gesù Cristo. Che spettacolo estasiante per gli occhi vederlo morire, una mano in quella di Gesù, l’altra in quella della Madonna; soffiando l’ultimo respiro del suo spirito beato sul seno del Dio Salvatore! Morire così non è certo quello di perdere la vita, ma di superare la morte.

Alcuni autori ritengono, giustamente, che Giuseppe era tra quei santi che, sul giorno dell’Ascensione è salito fino al cielo, anima e corpo, con Gesù Cristo. Chi infatti meritava di accompagnare Gesù nel suo trionfo, più di colui che l’ha accompagnato così amorevolmente nel suo esilio in Egitto e durante il pellegrinaggio faticoso della sua vita santa? Possiamo quindi piamente credere che, come Gesù, Maria e Giuseppe vissero uniti sulla terra, portando le stesse sofferenze, ora sono riuniti, corpo e anima, partecipando nella stessa gloria. Tale è la convinzione del devoto San Bernardino da Siena e anche di Suarez, la cui riserva consueta dà grande peso sulla sua opinione in questo caso. È vero che la fede non ci insegna nulla su questo punto; ma la devozione parla a voce alta e ha a suo favore ragioni validi e le grandi autorità.

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