1. SPUNTI DI MEDITAZIONE. Se la conversione è quello che abbiamo detto,
allora una cosa è certa: che non è opera nostra, che non la possiamo produrre, ma
solo ricevere come un dono di Dio, in particolare come un dono dell’amore di Gesù
per noi, il quale non desidera altro che potercelo fare questo dono, tanto è vero che è
morto per questo, tanto è vero che non ha esitato a sottoporsi a una morte infame e
ingiusta pur di attirarci a sé… e se in tante Quaresime, che abbiamo fatto, questa
conversione a Gesù, con una relazione simile almeno a quella che abbiamo tra di noi,
non è ancora avvenuta, questo non può che dipendere da noi, vuol dire che siamo
ancora di spalle, non ci siamo girati verso di Lui… e del resto il fatto che sia un dono
non può certo significare che ci cade addosso dall’alto, senza che noi facciamo
niente, basta aspettare: non è possibile e non sarebbe giusto, perché, se è vero che il
più non può venire dal meno, è anche vero che da niente viene solo il niente…
Allora che cosa possiamo fare di nostro, imparare a fare, in coppia e in famiglia?..
Due cose principalmente segnano il lavoro di risposta all’appello quaresimale: la
preghiera e la penitenza – digiuno:
o Innanzitutto il desiderio di una vera relazione con Gesù, di una vera presa
sul serio della sua morte per noi (Cfr la preghiera famosa di Francesco di
Assisi “Rapisca l’ardente e dolce forza del tuo amore…” … e poi
l’attenzione all’altro che il Signore ci ha messo vicino come aiuto e come
una immagine visibile della sua presenza e del suo amore, dunque per
aiutarci a con-vertirci a Lui… e poi la valorizzazione del Crocifisso come
icona visibile e mezzo di comunicazione con la persona viva del Signore
Crocifisso-Risorto, con presenza dell’amore di Gesù per noi, che è giunto
fino al segno supremo della morte volontaria, ed è presente tra di noi per
coinvolgere le nostre persone in questo suo amore, per trasmetterci questa
sua capacità di amare: nella relazione di coppia e nella relazione con i
nostri figli e con tutti… e poi fare in modo che la preghiera, prima di
coppia e poi in famiglia, dove è possibile, sia una relazione con Gesù
Crocifisso e Risorto, cioè vivente tra noi, e sviluppi sempre di più un nostro
rapporto personale, di coppia e di famiglia con Colui che ha dato la vita per
attirarci tutti a sé: “Grazie, Signore Gesù, che tanto ci ami anche se noi così
tanto ti dimentichiamo … Ti preghiamo perché il nostro amore diventi
sempre di più un richiamo al tuo amore che ci precede e ci avvolge… Fa’
che il nostro piccolo amore attinga sempre di più dal tuo amore per non
stancarsi mai e ringiovanirsi sempre… Fa’ che i nostri figli possano
imparare da noi a conoscerti e ad amarti come il loro più grande amico…”
Tutto questo fatto con il Crocifisso al centro e insegnare anche ai figli a
pregare in modo che la preghiera parta dal Crocifisso o da un episodio della
sua Passione… e infine mettere molta attenzione alla Messa come incontro
con la morte di Gesù per noi e curare il prima, il durante e il dopo: il modo
di andarci o prepararci, il modo di starci facendo fare attenzione ai segni e
ai momenti in cui anche i figli possono capire che lì c’è Gesù che ci
annuncia la sua morte per amore, e il modo di riportarne a casa i
suggerimenti che, dall’amore di Gesù per noi, derivano per le nostre
relazioni familiari
o In secondo luogo la Quaresima è tempo di purificazione, di riparazione di
quanto non fatto finora, di perdono da ricevere, di “remissione dei nostri
debiti” come ci ha insegnato a dire Gesù nella preghiera del “Padre nostro”:
sono gli arretrati della nostra conversione, la zavorra che la ostacola e la
allontana sempre di più…. Se si tratta di una parte o componente della
nostra conversione, anche qui non è una cosa che possiamo produrre noi,
questi sono debiti che non si potranno mai pagare, ma solo condonare o
perdonare, perché il rapporto con Dio è un rapporto dispari, con il quale
non si potrà mai fare pari (Cfr. Mt 18,23-34; Lc 7, 36-48)… E allora?...
allora il perdono si ottiene con il perdono (Cfr. Mt 18,35) e la remissione
del debito impagabile avviene solo con le opere di amore verso gli altri
(Cfr. Lc 7, 47-48); e la prima opera di amore è quella della condivisione dei
beni, della povertà volontaria, che, in termini quaresimali, è detta anche
“digiuno”, ma nel Vangelo si chiama la “beatitudine” della povertà (Cfr.
Lc 6,20s;Mt 6, 16-18.25-34). Sono le parole delle Letture della prima
settimana di Quaresima: “Sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue
iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti e Dio perdonerà le tue
colpe”(Dn 4,24b) (Cfr. anche (Is. 58, 5-10). Bisogna metterselo bene in
testa noi grandi e poi insegnarlo bene ai nostri bambini: la povertà
volontaria è imprescindibile, qui non c’è tanto da discutere, bisogna
prendere e fare qualcosa di concreto, di costoso, qualche botta da matti in
questo campo!...
2. TRACCE DI RIFLESSIONE IN COPPIA E POI IN GRUPPO. Coltiviamo il
desiderio di scoprire, di conoscere e di corrispondere l’incredibile amore di Gesù per
noi e la sua presenza tra di noi e la sua dolce amicizia?.. (Cfr. “Il tuo volto, Signore,
io cerco; non nascondermi il tuo volto!..”)… Ne parliamo mai tra di noi in coppia e
in famiglia di questo straordinario e speciale ospite della nostra casa?.. Valorizziamo
l’icona del Crocifisso per farcelo venire in mente?.. lo mettiamo in mezzo a noi e lo
prendiamo tra le nostre mani per aiutarci a pregare, in coppia e in famiglia?..
l’abbiamo mai coinvolto nella preghiera della sera o nel bacio della buona notte con i
nostri figli?... Nella nostra preghiera di coppia, che tante volte non parte perché parte
a freddo, perché non sa da dove partire, lo mettiamo mai di mezzo, Lui lo Sposo per
eccellenza, il Maestro e l’educatore più efficace della nostra sponsalità perché diventi
vera offerta di sé?... Nell’insegnare a pregare ai nostri bambini, parliamo loro di
Gesù, curiamo che la loro preghiera si riferisca sempre di più a quello che Gesù ha
fatto per noi, perché si sentano amati e nasca una relazione con Lui, fatta più di
affetto da esprimere per Lui che di parole da dire?.. Poniamo molta attenzione alla
preparazione alla Messa in casa, perché non si riduca a un andarci e basta, senza fare
memoria della morte di Gesù per noi e senza ricavarne, quindi, e riportarne a casa
conseguenze per le nostre relazioni in famiglia?.. Siamo veramente convinti di essere
dei peccatori cronici e inguaribili, anzi i più grandi peccatori: perché non abbiamo
ancora corrisposto e preso sul serio l’immensità dell’amore di Gesù per noi, perché
così abbiamo reso inutile la sua morte, che era fatta per attirarci tutti a Lui, e perché a
chi più ha ricevuto più sarà richiesto?... Se avessimo un mutuo da pagare, quanto ne
parleremmo e ci penseremmo: ma parliamo mai di questo debito impagabile di
ingratitudine e di indifferenza che abbiamo col Signore, che non può essere
condonato se non con la pratica della povertà volontaria o del digiuno?.. In altre
parole: siamo consapevoli almeno che sui nostri beni grava questa ipoteca di
riparazione e remissione di un debito e, quindi, non possiamo disporne come ci
pare?.. Ma soprattutto e più ancora abbiamo mai scoperto la beatitudine della
povertà?.. Come pensiamo di promuovere e incentivare nella nostra famiglia questa
dimensione penitenziale della Quaresima, che non si riduce semplicemente
nell’andare a confessarci e basta, perché il perdono non è a buon mercato,
presuppone il pentimento e il pentimento si dimostra con i fatti, con dei fatti duri e
costosi e non semplicemente con dei buoni sentimenti?..

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