Di Padre Michele Iorio  - Sia lodato Gesù Cristo!

Celebriamo oggi, cari fratelli e sorelle, la solennità della Pentecoste, un avvenimento molto importante per la Chiesa primitiva, un avvenimento importante per la Chiesa di oggi come per la Chiesa di sempre, la Chiesa Una Santa Cattolica e Apostolica, della quale noi facciamo parte e che Cristo ha fondato come comunità di salvezza, questa Chiesa che ha come anima esattamente lo Spirito Santo.

Le Spirito Santo è definito ed è l’Amore, l’Amore del Padre e del Figlio all’interno della SS. ma Trinità. Come è difficile parlare dell’amore, già dell’amore umano, dell’autentico, del vero amore, perché dopo aver detto tante cose ci sembra di aver detto poco o niente. Così è tanto di più  difficile parlare di questo Amore sostanziale, di quest’Amore divino, di questo amore che è una Persona e che si chiama appunto lo Spirito Santo.

Ma oggi - e non solo oggi in verità - noi dobbiamo necessariamente parlare dello Spirito Santo, dato che la Chiesa vive dello Spirito Santo, dato che i santi e le anime cristiane, tutti quanti noi, viviamo dello Spirito Santo, così come i nostri polmoni vivono e noi viviamo per l’aria che respiriamo continuamente. E guai se in noi non ci fosse lo Spirito Santo, così come guai sarebbe per noi se non respirassimo per un po’! Moriremmo!

Lo Spirito Santo: pensiamo un po’ alle meraviglie che ha operato questa Potenza divina in tutti i santi. Tra poco festeggeremo Sant’Antonio di Padova: oh la sua eloquenza, i suoi miracoli, il suo amore per Dio e per i fratelli! E perché? Perché era pieno di Spirito Santo! Pensiamo ai santi di ieri, e pensiamo ai martiri, e pensiamo anche ai santi di oggi. Pensiamo ad una Madre Teresa di Calcutta, a un Padre Pio da Pietrelcina! Perché sono stati così? Perché hanno fatto quello che hanno fatto? Unicamente perché erano pieni di Spirito Santo, e proprio perché erano pieni, traboccavano anche all’esterno questo Spirito Santo in opere di carità e di misericordia per curare corpi e per guarire le anime, per richiamare tutti gli uomini alla salvezza e alla santità.

 

I prodigi che lo Spirito Santo ha operato e continua a operare in queste anime elette, egli vuole farli anche in ognuno di noi, in ognuna delle nostre anime, perché le nostre anime e i nostri corpi sono, come dice San Paolo, templi dello Spirito Santo, che  noi abbiamo ricevuto. Quando? L’abbiamo ricevuto nel giorno del nostro Battesimo e poi in pienezza nel giorno della nostra Cresima, e poi l’abbiamo ricevuto e lo riceviamo continuamente ogni volta che facciamo un’azione buona, un pensiero buono, un’opera di pietà,  di carità, di penitenza; sempre noi riceviamo con maggiore abbondanza lo Spirito Santo.

 

Abbiamo detto delle meraviglie che lo Spirito Santo ha operato nei santi, ma dovremmo pensare ancora di più alle meraviglie che lo Spirito Santo ha operato in Colei che noi giustamente chiamiamo la Santissima, la Regina dei Santi, cioè la Beata Vergine Maria. “Su te scenderà lo Spirito Santo” le disse l’Angelo all’Annunciazione ma poi anche a Pentecoste scese su di lei quando la primitiva Chiesa si ritrovò riunita attorno alla Madonna, che dai santi giustamente è chiamata - ed è così - la Sposa dello Spirito Santo. Quali meraviglie ha operato lo Spirito Santo nell’anima eletta della beata vergine Maria! E ha potuto operare tutte queste meraviglie perché Lei fu fedele, dall’inizio sino alla fine: salve, o Vergine fedele!

 

Quali sono le meraviglie che opera lo Spirito Santo? Basterebbe esaminare le Letture che oggi abbiamo ascoltato, cominciando dallaPrima che ci ha dato proprio il racconto di quell’evento strepitoso che avvenne il giorno di Pentecoste, quando appunto lo Spirito Santo fu mandato da Dio Padre e da Dio Figlio Nostro Signore Gesù Cristo sulla Beata Vergine Maria e sugli Apostoli lì nel cenacolo, come meditiamo anche nel terzo mistero glorioso del Santo Rosario.

Che cosa operò lo Spirito Santo nella primitiva Chiesa? Mah, diede loro luce e potenza e forza. Del resto, Gesù Cristo lo aveva preannunciato;  aveva detto: “Io e il Padre vi manderemo lo Spirito Santo, il quale vi guiderà alla verità tutta intera, e dunque vi darà luce e forza affinché voi siate miei testimoni fino agli estremi confini della terra”. Gli Apostoli erano rinchiusi nel cenacolo per timore dei Giudei, perché avevano paura, come tutti quanti noi, - poveri uomini mortali, abbiamo paura della violenza, degli altri, di ogni cosa (potremmo dire che viviamo di paura dalla mattina alla sera),  così anche gli Apostoli avevano paura. Ma quando venne lo Spirito Santo, essi cominciarono a parlare ad alta voce, senza più alcuna paura, ma con grande coraggio. E San Pietro che quella volta non ebbe la forza di dire: “Sì, conosco Gesù, anzi sono un suo seguace, anzi lo amo con tutto il cuore” se pure lo aveva promesso e ripetuto a nostro Signore, quello stesso San Pietro dopo, ripieno di Spirito Santo, darà appunto la vita per Gesù, dopo averlo predicato a tutti, e dopo aver subito per Gesù il carcere e molte persecuzioni.

 

E poi pensiamo ai prodigi dello Spirito Santo, allorché gli Apostoli parlano subito dopo aver ricevuto lo Spirito Santo e annunciano le grandi opere di Dio a tutta quella gente accorsa lì a Gerusalemme per la festività della Pentecoste. Orbene, tutti quanti i presenti, benché di diverse regioni, sentono nella propria lingua lo stesso messaggio evangelico. Tante genti, tanti popoli, tante persone ma veramente “un cuor solo e un’anima sola” nell’ascolto e nella fede e nell’obbedienza alla parola di verità del Vangelo. Lo Spirito Santo, dunque, dà luce e dà potenza, malo Spirito Santo fa anche  la comunione e l’unità.

E poi, su questo concetto ritorna ancora l’apostolo San Paolo nella Seconda Lettura che oggi abbiamo ascoltato. La Chiesa di Cristo - spiega l’apostolo - è come il nostro corpo: tante membra, e ogni membro ha un suo compito specifico, un suo carisma, potremmo anche dire, ha un suo bene, ma tutte le membra sono per l’unità, per l’utilità e il bene comune. Così nella Chiesa - dice San Paolo - tutti quanti noi abbiamo un bene, abbiamo un compito, abbiamo una missione che ci è stata data dallo Spirito Santo. Noi dobbiamo portarla a compimento per l’utilità, per il bene comune, per il bene di tutto il corpo che è la Chiesa. Dunque, ancora una volta, l’affermazione che lo Spirito Santo fa di tutti “un cuor solo e un’anima sola”, crea l’unità, crea la comunione, l’amore tra di noi.

 

E poi, che cosa fa ancora lo Spirito Santo? Ce lo ha detto il brano evangelico. Gesù la sera di quello stesso giorno, quando risuscitò, apparve agli Apostoli e per due volte dice: “pace a voi, pace a voi! “. E gli Apostoli gioirono al vedere il Signore. E poi Gesù continua: “Io vi mando. Come il Padre ha mandato me così anch’io mando voi … andate in tutto il mondo, annunciate il mio Vangelo”. - Ma, Signore, noi siamo deboli, non sappiano parlare, abbiamo paura: come faremo?! … Ed ecco che Gesù aggiunge, alitando su di loro: “ricevete lo Spirito Santo il quale vi darà la forza”. E poi aggiunge anche: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”. Cioè,Gesù dà agli Apostoli non solo il potere di annunciare il Vangelo, ma anche il potere di santificare le anime, rimettendo, per esempio, i peccati e donando loro la Grazia di Dio. Chi è che fa questa santificazione nelle anime? Lo Spirito Santo!  “Ricevete lo Spirito Santo per questa missione specifica di annunciare il Vangelo e di perdonare nel mio nome e nella mia persona i peccati degli uomini per santificarli, per condurli tutti al cielo”.

 

Vedete quante cose fa e opera lo Spirito Santo nelle Chiesa e nelle anime?! … Su queste cose dobbiamo noi meditare non solo oggi, giorno di Pentecoste, ma sempre. E non basta meditarle; bisogna metterle in pratica, bisogna viverle. Scusate: l’amore chi lo capisce? Forse chi parla d’amore? Chi spande e spende belle parole, chi scrive volumi sull’amore e poi in pratica, magari, odia e porta inimicizie? No! Unicamente chi ama capisce l’amore, unicamente chi vuole bene capisce l’amore e la carità. E così capisce un po’ di più lo Spirito Santo  - perché lui è Dio e perciò è l’incomprensibile e l’ineffabile -,  ma capisce un po’ di più lo Spirito Santo che vive in intimità con lui, chi lo pensa, chi agisce sotto la sua guida seguendo le sue buone e sante ispirazioni, così come hanno fatto i santi.

 

E io vorrei, infine, solo per un po’, fermare la vostra e la mia attenzione su alcuni compiti specifici che ha lo Spirito Santo, e per i quali noi facciamo fatica a capirli o a farli. Per esempio: la preghiera. Dice San Paolo che lo Spirito Santo “geme in noi con gemiti inesprimibili” ed Egli ci fa pregare come si conviene, perché noi non sappiamo neanche che cosa sia conveniente domandare, perché noi non sappiamo  pregare nel modo giusto. “Ma come ?! … - direte voi -  Io so dire il Padre Nostro, so dire l’Ave Maria, so mettermi anche in  ginocchio e con le mani giunte talvolta; so dunque pregare”. No, pensaci bene, tu non sai pregare quando dici: “Signore, fammi questo e fammi quest’altro. Te lo chiedo oggi e domani, e poi, se non ottengo nulla, non prego più e dico magari: questo Dio è così lontano e così cattivo!”. O fratelli e sorelle, si sentono continuamente queste lamentele nei riguardi del Signore, e soprattutto le sentiamo ciascuno di noi dentro al nostro cuore. Allora vuol dire che la nostra preghiera non è perfetta, vuol dire che la nostra preghiera non è il parlare da figli al Padre, vuol dire che la nostra preghiera non è animata dalla carità, dalla fiducia; non è spiritualizzata dallo Spirito Santo. Esaminate invece le preghiere dei Santi, come e quanto sono diverse dalle nostre! …. Dunque, lo Spirito Santo ci aiuta a sapere pregare e saper pregare bene.

 

Che cosa fa ancora lo Spirito Santo? Ci fa utilizzare bene i talenti che abbiamo ricevuto dal Signore. Ci ha detto San Paolo: “tutti quanti abbiamo un dono specifico della Chiesa che dobbiamo utilizzare per il bene comune” e che non dobbiamo mettere sottoterra. Sì, perché c’è anche questa possibilità: la possibilità, di mettere sottoterra il talento che abbiamo ricevuto dal Signore. E l’immagine non è mia, come sapete, ma è del Vangelo, di Nostro Signore Gesù Cristo, quando raccontò la famosa parabola dei talenti che certo ricorderete. Lo Spirito Santo ci insegna quest’arte; ci insegna a non essere fannulloni, a non vivere alle spalle degli altri; ci insegna a non essere pigri, ma ci mette un fuoco dentro che ci fa dire: io devo fare qualcosa, anche se nessuno attorno a me fa niente!

 

E voglio ancora ritornare sul concetto che lo Spirito Santo ci dà la forza. Veramente abbiamo tanto bisogno di forza. Forza per che cosa? Io dico: anzitutto per vincere il peccato. Quante volte abbiamo detto a noi stessi, abbiamo detto al sacerdote, abbiano detto agli altri: “sì, mi impegnerò, farò così, devo fare così, non posso più continuare in questo modo!”. E poi siamo miseramente ricaduti negli stessi peccati. Questo per tanti motivi e soprattutto a causa della nostra fragilità. Specie certe volte constatiamo più che mai che, se non subentra una profonda forza interiore, come una mano divina, come qualcuno che ci prenda e ci tira su, non ce la faremo, per esempio, a vincere la nostra gola, a vincere la nostra pigrizia, vincere la nostra lussuria, a vincere tutti i nostri vizi, a vincere i nostri nervi … Abbiamo bisogno di questa forza che trasforma le coscienze e le rende veramente divine e soprannaturali.

Fratelli e sorelle, ci troviamo in preghiera in questa Santa Messa e quest’oggi e ancora nei prossimi giorni, e allora con tanta umiltà, con tanta fiducia ma soprattutto con tanta disponibilità nel cuore invochiamo lo Spirito Santo su di noi perché scenda come sulla primitiva Chiesa e ci trasformi in creature nuove perché, solo se abbiamo un cuore nuovo, se siamo creature nuove, potremo realmente collaborare a rinnovare la società e il mondo nello spirito del Vangelo e secondo il piano di Dio. E così sia!

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

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