INCONTRO AL SIGNORE. PRIMA DOMENICA DI AVVENTO.

[Suor Paolisa Falconi]

Ricomincia da capo l'anno liturgico, quando ripercorreremo un'altra volta, tutti assieme, la vita di Gesù. L'anno nuovo inizia con questa prima Domenica d'Avvento. Questo è il nostro capodanno: quattro settimane che ci conducono al Natale, perno attorno al quale ruota gli anni e i secoli, inizio della storia nuova, quando Dio è entrato nel fluire dell'umanità.

Seguiamo la Liturgia attraverso il Vangelo di San Luca 21,25-28.34-36. Ci saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per ciò che dovrà accadere. 

Il Vangelo non anticipa la fine del mondo, racconta il segreto del mondo: ci prende per mano e ci porta fuori, a guardare in alto, a sentire il cosmo pulsare attorno a noi; ci chiama ad aprire le finestre di casa per far entrare i grandi eventi della storia, a sentirci parte viva di un'immensa vita. Una vita che soffre, patisce, ma pure nasce. Il mondo spesso si contorce come una partoriente, dice Isaia, ma per produrre vita; esso è in continua gestazione, porta un altro mondo nel grembo. La terra risuona di un pianto mai finito, ma il Vangelo ci domanda di non smarrire il cuore, di non camminare a capo chino, a occhi bassi. Risollevate, alzate il capo, guardate in alto e lontano, la liberazione è vicina. Noi siamo tentati di guardare solo le cose immediate, forse per non inciampare nelle macerie che ingombrano il terreno, ma se non risolleviamo il capo non vedremo mai nascere arcobaleni. Uomini e donne in piedi, a testa alta, occhi al sole: così vede i discepoli il Vangelo. Gente dalla vita verticale. Allora il nostro compito è di sentirci parte dell'intero  creato, avvolti da un'energia più grande di noi, connessi a una storia immensa, dove anche la nostra più piccola vicenda è preziosa e potente, perché gravida di Dio. "Cristo può nascere mille volte a Betlemme, ma se non nasce in noi, è nato invano", ci dice Meister Eckart. Gesù chiede a noi leggerezza e attenzione, per leggere la storia con un grembo di nascite. Chiede attenzione ai piccoli dettagli della vita e a ciò che ci supera infinitamente: "Esisterà pur sempre anche quì un pezzetto di Cielo che si potrà guardare, e abbastanza spazio dentro di noi per poter congiungere le mani nella preghiera".(Etty Hillesum). Il Vangelo chiede un cuore leggero e attento, per vegliare sui germogli, su ciò che spunta, sul nuovo che nasce, sui primi passi della pace, sul respiro della luce che si disegna sul muro della notte, sui primi vagiti della vita. Il Vangelo di questa prima Domenica di Avvento ci consegna questa vocazione a una duplice attenzione: alla vita e all'infinito. La vita è dentro l'infinito e l'infinito è dentro la vita; l'eterno brilla nell'istante e l'istante si mette nell'eterno, in un Avvento senza fine.

Buona cammino!

[Radio San Giuseppe]

La ringraziamo per questa bella meditazione che ci aiuta a vivere l’Avvento dentro l’infinito come lei dice. Il nostro amato San Giuseppe ci sia vicino con la sua sposa immacolata per custodire questi misteri di grazia e di Cielo.