Omelia di padre Michele Iorio

Sia lodato Gesù Cristo!

Cari fratelli e sorelle, oggi, a qualche giorno dal Natale, la Chiesa ci si fa celebrare la festa della Santa Famiglia di Nazareth, la Famiglia di Gesù Maria e Giuseppe.

All’inizio della Messa, abbiamo pregato così: “O Dio, che nella Santa Famiglia, ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore”. Quindi, la Chiesa ci presenta la Santa Famiglia di Gesù Maria e Giuseppe come un modello di vita, un modello a cui guardare, un esempio da imitare; e perciò noi chiediamo che “nelle nostre famiglie fioriscono le stesse virtù e lo stesso amore”. Nella Preghiera sulle Offerte invece abbiamo chiesto a Dio, per intercessione della Vergine Madre e di San Giuseppe: “… fa’ che le nostre famiglie vivano nella tua amicizia e nella tua pace”. E, infine, nella Preghiera Dopo la Comunione, diciamo così: “… donaci di seguire gli esempi della Santa Famiglia, perché dopo le prove di questa vita siamo associati alla sua gloria in cielo”.

Tutta la società umana è formata di tante famiglie. Orbene: che in ognuna di queste famiglie ci siano “le stesse virtù e lo stesso amore”, o virtù e amore simili a quelli che ci furono nella Famiglia di Nazareth. Ossia, in parole ancora più povere e più semplici: che ogni nostra famiglia, formata da genitori e figli, da sposi e figli, papà, mamma e i figli, sia un poco come quella Famiglia Santa di Nazareth. Che ogni papà assomigli un poco a San Giuseppe; che ogni mamma assomigli un poco alla Madonna; e ogni figlio assomigli un poco a nostro Signore Gesù Cristo.

Domandiamoci: perché quella Famiglia era così Santa? Ma perché, tutti e tre quei personaggi, Gesù Maria e Giuseppe, avevano Dio nel cuore, nell’anima e nella mente; avevano Dio al centro, avevano Dio come fondamento, avevano Dio come ideale. Anzi, Gesù era ed è addirittura lo stesso Figlio di Dio, la seconda persona della Santissima Trinità incarnata, fatto uomo per noi. Gesù lo stesso Dio, la Madonna Madre di Dio, “piena di Grazia”, e San Giuseppe “uomo giusto”, e “giusto” significa che egli faceva ogni cosa secondo la Legge di Dio. Quindi, San Giuseppe fu uomo santo, tanto santo, particolarmente santo, il più santo fra i santi. La Santa Famiglia di Gesù Maria e Giuseppe è l’immagine terrena più bella della Trinità del Cielo.
E allora, essendo quei tre così legati a Dio, erano anche legati tra di loro, si amavano, si rispettavano: era conservato l’ordine della pace, e si andava avanti nonostante tutte le difficoltà, anzi attraverso tutte le difficoltà; e le difficoltà, le sofferenze di ogni giorno non erano un ostacolo, anzi servivano a quei tre per crescere ancora di più nell’amore di Dio e nell’amore tra di loro.
Una difficoltà, per esempio, fu lo smarrimento di Gesù nel Tempio a dodici anni, come abbiamo sentito nel Vangelo di oggi.
Ma quell’“inconveniente” non li allontanò da Dio, anzi li unì ancora di più alla Volontà del Signore. “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”, disse Gesù, per far capire che Dio Padre era al centro dei suoi pensieri, era lo scopo della sua vita e della sua azione. E Maria e Giuseppe, meditando nel cuore, si conformarono ai desideri del Figlio e alla Volontà del Padre. Il Figlio, comunque, non si mostrò un ribelle, perché - dice il testo sacro -“tornò a Nazareth e stava loro sottomesso”, cioè ubbidiva in tutto e per tutto, secondo il quarto comandamento (“onora il padre e la madre”).

Allora, cari fratelli e sorelle, la soluzione di tutti i problemi, relativi alle nostre famiglie, nella società di oggi, sarebbe quella di mettere sempre Dio al centro, nelle fondamenta e come meta del vivere insieme, come proprio ideale. Invece, togliendo Dio, facendo a meno di Dio, le nostre famiglie si sfasciano, vanno in rovina e alla malora, come ben vediamo con i nostri occhi al giorno d’oggi.
Sono terribili i terremoti (quasi ogni giorno i telegiornali ne parlano di uno nuovo), e sono terribili perché distruggono le case e uccidono i corpi; ma ben più terribili sono questi altri terremoti che distruggono moralmente le famiglie e uccidono le anime. Per esempio, il terremoto del libero amore, del concubinato, del divorzio, dell’adulterio, dell’omosessualità, dell’aborto, dei tanti tradimenti; questi terremoti veramente rovinano le famiglie e i cuori. E sono tutti terremoti condannati da Dio, che ci allontanano da lui e tra di noi.
Allora, è necessario mettere Dio al centro per costruire la vera famiglia umana e cristiana secondo i principi voluti da Dio. Un bell’esempio di famiglia, in cui Dio è al centro, ce lo da oggi anche la Prima Lettura della Messa, la famiglia del profeta Samuele.
Cari fratelli e sorelle, nei piani del Signore, sapete a che cosa serve la famiglia? La famiglia è formata da un uomo e una donna, uniti nel Matrimonio, e dai figli; un uomo e una donna, uniti, fedeli per sempre, fino alla morte. Questa è la Volontà di Dio: la famiglia è formata da un nome e da una donna, non da un uomo e più donne, non da un uomo e un uomo, da una donna e una donna, come le leggi di oggi vorrebbero. E uniti fedelmente, cioè sino alla morte, non provvisoriamente, fin quando va bene, fin quando piace. Quindi, un amore unico, indissolubile, un amore fecondo, aperto alla vita e aperto ai figli, simile alla stessa Famiglia trinitaria di Dio Padre Figlio e Spirito Santo.
Orbene, ripeto: sapete qual è lo scopo che Dio assegna alla famiglia, come lui l’ha progettata? Quello di essere il mezzo per dare la felicità, per formare - diciamo così - le persone, per aiutare le persone a raggiungere la felicità, la pace, la realizzazione qui in terra, nella società di questo mondo, e insieme soprattutto di essere il mezzo per aiutare le persone a raggiungere la felicità eterna del Paradiso, l’aldilà, la salvezza, la santificazione.
Cioè, se le famiglie sono come Dio comanda, sane e sante, come quella di Nazareth, la società va meglio, i figli, gli uomini, i giovani si preparano al domani e diventano buoni cittadini; e inoltre i tre membri della famiglia, padre madre e figli (immagine della Trinità celeste) si preparano alla vita eterna, praticano le virtù, amano Dio e camminano verso il Paradiso. Invece, le famiglie rovinate, sfasciate, disastrate e terremotate rendono infelici, disperati gli uomini qui in terra, e ahimè li preparano alla infelicità e alla dannazione eterna nell’aldilà.
Vorremmo chiedere particolarmente agli adulti, agli anziani e agli ammalati: per quanto potete, date vostri buoni consigli ai figli, nipoti e pronipoti. E soprattutto, pregate e offrite sacrifici, la vostra malattia, la vostra anzianità, ogni giorno, affinché siano costituite famiglie veramente sante, che abbiano “le stesse virtù e lo stesso amore” della famiglia di Nazareth.

E, in conclusione: volete sapere alcune delle virtù che fiorirono nella Santa Famiglia di Gesù Maria e Giuseppe? Alcune di quelle virtù?! Eccole! La loro fu una vita di nascondimento, cioè una vita nascosta in Dio, una vita santa, una vita piena di umiltà, piena di povertà, distaccata dalle cose, piena di purezza; una vita obbediente, una vita piena di amore, di carità soprannaturale, di cui ci parla oggi San Giovanni nella Seconda Lettura. Nella Santa Famiglia di Nazareth fiorì l’unione, ci fu la pace, quanta pace! Ci fu la preghiera, quanta preghiera! Ci fu il lavoro, un santo lavoro! E ci fu ancora una santa gioia, letizia e serenità.
In conclusione, ripeto: diamo i buoni consigli, offriamo preghiere e sacrifici perché le nostre famiglie siano veramente tutte come quella di Gesù Maria e Giuseppe. E così sia!
Sia lodato Gesù Cristo

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